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    Porto
    2 Novembre 2011
    Accordo Seport, l’Ugl non firma

    CIVITAVECCHIA – «Mai e poi mai ci saremmo aspettati un comportamento tanto scorretto quanto sciatto da parte della dirigenza Seport e di quei sindacati, fino a ieri latitanti, in merito al presunto accordo raggiunto». Lo dichiara il segretario provinciale dell’Ugl, Stefano Cantarini, intervenendo sull’accordo sbandierato dalle altre sigle sindacali con la dirigenza della società di interesse generale de porto che si occupa di rifiuti e verde nello scalo. «Fino a 48 ore fa l’Ugl aveva concordato con la dirigenza di Seport un accordo di base che prevedeva sostanzialmente contratti di solidarietà per 54 lavoratori su un totale 55, riduzione del monte ore pari al 30% e non del 33.33%, durata della solidarietà di 12 mesi e veto per nuove assunzioni durante il periodo della solidarietà a tutela dei dipendenti attualmente impiegati – dichiara il sindacalista – questi sostanzialmente i punti cardini su cui verteva la base di una piattaforma di discussione. Ieri sera invece – si legge in una nota – ci veniva fatto pervenire un testo totalmente diverso da quello pattuito. Un verbale con molte penalizzazioni nei confronti dei lavoratori e con incerto quanto mai inesistente piano industriale da parte dell’azienda». «Pertanto l’Ugl si vede costretta ad ufficializzare la propria non disponibilità a siglare tale accordo – prosegue il segretario provinciale del sindacato – non discusso e concertato con i propri iscritti. L’Ugl – spiega – non si assumerà la responsabilità firmando una pastetta che serve soltanto alla dirigenza per salvare la faccia dinanzi all’incapacità nell’affrontare e risolvere “seriamente” la crisi economica della Seport. Non è sulle spalle dei soli lavoratori che si può arginare la crisi, c’è bisogno di serietà da parte di tutta la dirigenza, unica responsabile di quanto accaduto». In fine Stefano Cantarini fa sapere che il sindacato chiede l’applicazione del contratto di solidarietà per tutti e 55 dipendenti, quindi compreso anche del direttore generale Umberto De Angelis «corresponsabile, della crisi aziendale e della slealtà nei rapporti con la nostra sigla sindacale e del commissariamento della presidenza anch’essa ambigua e inadeguata alla risoluzione del problema».