CIVITAVECCHIA – Problemi zero. Potrebbe essere questo il nuovo slogan del canile, visti i mancati interventi dell’assessore Chiara Guidoni all’indomani delle criticità evidenziate da la Provincia. Un motto che tuttavia potrebbe calzare a pennello anche ad altre figure istituzionali: non sarebbe poi difficile fare chiarezza su quanto sta accadendo all’interno della struttura comunale, basterebbe semplicemente sentire cosa hanno da dire gli operai o le volontarie che fino a non molto tempo fa si dedicavano ai cani. Eppure nessuno muove un dito, come se il problema non esistesse. La città del ‘‘lascia che sia’’, dove il lupo non mangia la carne del lupo. Intanto i disagi crescono e alle vecchie lacune si aggiungono quelle nuove, che stanno spingendo sull’orlo del baratro un canile che ospita circa duecento animali. A testimoniarlo anche alcuni documenti tecnici, come quello che a luglio del 2008 redasse il responsabile comunale del servizio Prevenzione e sicurezza, Sbocchi, per evidenziare i fattori di rischio del canile: «Altissimo rischio biologico – scrisse nell’atto – ambienti in condizioni igieniche molto carenti, il canile è in stato di sovraffollamento e contiene circa il doppio dei cani che potrebbe ospitare. Presenza di rifiuti organici sparsi negli ambienti interni ed esterni, assenza di adeguati strumenti per la pulizia e disinfezione degli ambienti e delle gabbie. I cani sono presenti in tutti gli ambienti interni ed esterni, compresi la cucina e il bagno. Assenza di servizi igienici agibili». L’ingegnere contestualmente propose il rimedio: effettuare una profonda pulizia dei locali del sito, provvedere allo smaltimento dei rifiuti organici, delimitare le aree dove possono stare i cani, istituzione della procedura di derattizzazione e formazione ed informazione dei lavoratori sul rischio specifico. Cinque prescrizioni che il Comune negli ultimi due anni ha preferito ignorare per ragioni sconosciute. E il risultato è evidente: un rischio biologico pari a 16, il massimo previsto. Un pericolo che, a questo punto, oltre ad interessare il canile potrebbe compromettere la fruibilità dei terreni confinanti, dove la gente spesso tiene i cani o fa crescere il bestiame.
Amministrazione
2 Novembre 2011
Altissimo rischio biologico al canile

