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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Ancora giallo sull’identità dell’uomo travolto dal treno

    TARQUINIA – Sono pronti a rivolgersi alla popolare trasmissione televisiva «Chi l’ha visto?» gli inquirenti che stanno indagando sull’identità dell’uomo deceduto sotto un treno intercity nella tarda mattinata del 25 febbraio scorso, nel tratto di ferrovia compreso tra Tarquinia e Montalto di Castro. Per porre fine ad un giallo che dura ormai da settimane, la Polizia Ferroviaria di Civitavecchia ha incaricato un medico legale di ricostruire le fattezze del suicida: ricomporre l’immagine dei tratti somatici, soprattutto del viso, nel modo più accurato possibile. Questa operazione permetterà di distribuire immagini dell’uomo nella zona e, se ve ne sarà la necessità, di rivolgersi anche a programmi televisivi. Dal momento dell’accaduto le indagini della Polfer hanno cercato di ricostruire la tragica vicenda ed in particolare di dare un’identità all’uomo: impresa piuttosto ardua dal momento che il corpo è stato totalmente smembrato dall’impatto con il convoglio ferroviario. Apparentemente l’uomo, bianco di pelle, aveva un’età compresa tra i 30 e i 40 anni ed era alto poco più di un metro e settanta. L’unico indizio resta una mountain bike Pininfarina, ritrovata in ottime condizioni tra le sterpaglie che costeggiano il binario, nella zona dove l’uomo si è gettato. Nessuno ha mai denunciato la scomparsa dell’uomo, né si è fatto avanti per reclamarne il corpo. Un fatto strano, secondo i dirigenti della Polfer, che considerano come anche tra i nullatenenti o i senzatetto si creino spesso dei circoli di solidarietà facendo sì che qualcuno si presenti dagli inquirenti per dare un nome allo sconosciuto. Come si ricorderà il treno Intercity da Montalto di Castro era diretto a Roma, sulla linea Genova-Roma. L’incidente si è verificato intorno alle 13,15 all’altezza del chilometro 103, nei pressi del ponte del Marta vicino la stazione ferroviaria. Secondo l’ipotesi più accreditata si sarebbe trattato di un suicidio. Il capotreno dichiarò che l’uomo si era appostato dietro la cabina elettrica situata lungo il binario e poi uscì all’improvviso e si appollaiò sulle rotaie. Inevitabile la frenata da parte del macchinista. Il convoglio andava a circa 140 chilometri orari. L’uomo venne ridotto in brandelli dispersi lungo il binario per oltre 100 metri.