Sport
2 Novembre 2011
ATLETICA. Paola Tiselli: euroexploit e sogni Mondiali

 di CIRO IMPERATO

CIVITAVECCHIA -Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Paola Tiselli agli Europei indoor master di Gent (in Belgio) si è confermata tra le mezzofondiste più forti del vecchio continente nonostante non sia riuscita a riconfermarsi nelle gare individuali, che aveva vinto l’anno scorso. Seconda nei 3000 e poi quinta nei 1500, ma anche due medaglie d’oro con la staffetta 4×200 e nella prova a squadre (la combinata di cross) che ha dominato insieme alle connazionali Marongiu e Branchesi. Di ritorno a Civitavecchia, l’abbiamo intercettata subito in pista e abbiamo approfittato di un breve pausa degli allenamenti per carpire i segreti della donna d’acciaio dell’atletica civitavecchiese.
Paola, partiamo dal bilancio degli Eurondindoor master?
«Premettendo che sono estremamente esigente con me stessa, tutto sommato è andata bene anche se nelle prove individuali speravo in qualcosa di più».
In tal senso però hanno pesato gli acciacchi fisici.
«Sì, effettivamente non ero al top. Se fossi riuscita ad esprimermi al meglio delle mie possibilità, mi sarei riconfermata campionessa europea nelle prove individuali. In quelle a squadre è andata decisamente meglio anche perché di giorno in giorno la condizione è migliorata e se il cronoprogramma della manifestazione fosse stato diverso…».
Eppure si era presentata agli Europei sulla scorta di una doppietta agli Italiani di Ancona.
«Il livello nazionale è ovviamente più basso di quello internazionale e pur non avendo una condizione ottimale sono riuscita a regolare le avversarie, ma i tempi non sono stati eccezionali».
Tornando alla prova in Belgio c’è insomma soddisfazione con un punta di rammarico.
«Esatto, ma ci terrei a sottolineare una cosa: nella mia categoria la master 35 gareggiano atlete che vanno dai 35 ai 39 anni e siccome io ne ho 38 sono quasi al limite e gareggio contro mezzofondiste più piccole di me. Non è una giustificazione, ma ne va tenuto conto».
A proposito a 38 anni trova la forza di allenarsi tutti i giorni e di mettersi in discussione. Qual è il suo segreto.
«Segreti non ce ne sono. C’è solo l’allenamento. Questa disciplina, come ben poche altre, è particolarmente ‘‘scientifica’’ nel senso che tutto si basa sul filo dei centesimi e solo se si lavora sodo si possono raggiungere risultati importanti, non ci sono altre strade, oltre la fatica, per fare bene».
Un concetto difficile da far capire ai giovani.
«Ai ragazzi di adesso direi di sì, mentre per quelli della mia generazione era una sfida da vincere che ci ha talmente appassionato che ancor’oggi lottiamo con il cronometro, gli avversari ed i ritmi frenetici della vita…».
Lei si allena come una professionista. Come riesce a far coinciliare tutto.
«Con molta fatica sinceramente. D’inverno faccio la doppia seduta: mi sveglio all’alba per fare pesi e poi nel primo pomeriggio durante la pausa pranzo del lavoro mi alleno in pista. Quando entra nel vivo la stagione outdoor e quindi arriva il caldo si lavora soprattutto al Moretti-Della Marta, ma comunque per via del lavoro sempre tra le 14 e le 16 e poteme immaginare tra luglio e agosto in quali condizioni…».
Quindi non si ferma mai?
«Il calendario di gare è molto intenso sia nella fase indoor che in quell’all’aperto, ma comunque quando mi fermo anche per un un giorno o due è come si mancasse qualcosa e non vedo l’ora di tornare a girare in pista».
Avverte anche il peso della responsabilità nel fatto di essere un punto di riferimento per i giovani della sua società, il Cus Tirreno Atletico?
«Più che il peso della responsabilità direi il peso delle tante cose che ci sono da fare. La nostra è una società praticamente a conduzione familiare dove tutti fanno tutto: i dirigenti, gli allenatori… gli atleti e dobbiamo cercare di farlo al meglio sapendo che non possiamo contare sull’aiuto di nessuno: noi ci autofinanziamo ed al contempo ci occupiamo delle spese di gestione dell’impianto di via del Casaletto Rosso».
Una società a conduzione familiare che però ha raggiunto risultati sensazionali sia a livello individuale che di squadra.
«Noi siamo fieri ed orgogliosi soprattutto del fatto che lo scorso anno siamo state promosse in A1 con la squadra femminile ed essere tra le prime 24 società d’Italia è senza dubbio un traguardo importante in uno sport che comunque in Italia ha ancora un ampio numero di praticanti. Arrivare in A1 non è facile come in quelle discipline dove ci sono poche squadre e si scala rapidamente…Peccato che non ci siamo aziende locali pronte ad investire su di noi».
Proprio i Campionati di Società saranno il primo appuntamento della stagione outdoor.
«Ci attende una seconda parte di stagione molto intensa e mantenere la massima serie rappresenta il nostro obiettivo prioritario. La squadra è competitiva, un bel mix di gioventù ed esperienza, che può garantirci un certo livello. Dipenderà dalla concorrenza, ma anche da noi, dovremmo essere al top nei momenti cruciali».
Dal punto di vista personale quale sono invece i suoi obiettivi.
«Proverò anche a strappare il pass per gli Italiani Assoluti (sempre negli 800 e nei 1500) ma soprattutto ad arrivare ai Mondiali che si svolgeranno a luglio in California».
Di corsa insomma sognando la California…