di GIAMPIERO ROMITI
Non si fugge e nemmeno gli si possono dare altri significati: Sterpeto significa “luogo pieno di sterpi” come appunto recita a pagina 1905 il Nuovo Zingarelli, vocabolario della lingua italiana. Però, che combinazione! Si sa benissimo cosa sta succedendo a livello di velenosissima disputa tra il Consorzio Olivieri e l’Edilfondiaria sicchè tanto e tale nome (Sterpeto) non poteva non essere più appropriato. I due soggetti se le stanno dando di santa ragione (a livello giudiziario) ma non va meglio al Marchese del Pincio che pare essersi cacciato in un ginepraio senza una ragione. Addirittura ‘‘Io sono io’’, tanto per restare fedele al suo clichè basato maggiormente sull’apparire che sull’essere, ha allestito la miliardesima conferenza stampa sparando alzo zero contro il Consorzio Olivieri. Il quale non s’è scomposto neanche un po’ e addirittura ha replicato con dichiarazioni al napalm: «Non ci piegheremo a richieste non legali»; «Non ci stiamo alla logica delle mazzette”. Evitando di entrare nel merito di simili spingardate, ci sembra però evidente che la questione abbia preso una piega a dir poco inquietante. Urlare di non volersi piegare a richieste illegali e tirare in ballo addirittura le mazzette, dovrebbe essere quanto meno musica per le orecchie dei magistrati. Perché le frasi succitate sono ‘‘notizie criminis’’ così abbaglianti da essere “avvistate” anche da chilometri di distanza. Pertanto niente scherzi, stavolta più che mai deve essere fatta chiarezza. «Non ci piegheremo a richieste non legali»: si tratta di una frase chiara come acqua di fonte e dovrà pur significare qualcosa. E «non ci stiamo alla logica delle mazzette» è addirittura una mattonata violentissima e non può essere incassata con disinvoltura. Possibile che i responsabili del Consorzio Olivieri all’improvviso siano impazziti? Niente va escluso ma proprio perché ci troviamo ormai in mezzo ad un mare di accuse assai pesanti è assolutamente necessaria la ricerca della verità vera. Signori della legge, non ci sono vie di mezzo: sarebbe inammissibile restare inermi e lasciarsi “massaggiare” dal venticello della calunnia o far finta di niente se davvero nelle stanze del potere si celebrasse qualche simpatica festa da ballo. Al suono di «sono solo bustarelle»…
UN INTERVENTO ASSAI (MONTE)DURO – «Il senso civico, la giustizia, la legalità non possono essere un optional per Civitavecchia… né questo stato di cose deve essere l’inizio di quello che è già accaduto in altri ambiti cittadini con infiltrazioni di elementi a dir poco sospetti, che forze dell’ordine e magistratura devono scoprire e punire a norma di legge». Così, testuale, si chiude la missiva inviata da Vincenzo Monteduro alla Procura della Repubblica di Perugia con cui chiede di indagare sulla consorella di via Terme di Traiano. La quale, secondo il “personaggio” balzato alla ribalta con lo spinosissimo caso di via Pinelli, non starebbe facendo luce sulle presunte irregolarità insite – a suo dire – nella realizzazione dello stabile ex Maury’s di via Bramante. Sostiene infatti il segretario dei Repubblicani Europei: «Ci troviamo di fronte alla costruzione di un edificio di dimensioni praticamente doppie da quelle assentite dalla legge». Beh, non si tratta di semplici parole ma di autentiche sassate. In definitiva un intervento davvero (Monte)duro e che giornalisticamente parlando non si capisce perché non abbia trovato una adeguata collocazione sui media locali. Cioè: una notizia di simile portata (una Procura invitata a fare le pulci ad un’altra Procura non è mica una quisquiglia…) è stata valutata al pari di una insignificante boutade e questo la dice lunga sull’attuale livello dell’informazione nella nostra città. Ma, come diceva qualcuno tanto tempo fa, il dado è tratto e piaccia o no in tema di urbanistica qualcosa dovrà saltare fuori. In senso negativo o positivo. E finalmente sapremo se il “giustiziere dell’abusivismo locale” dobbiamo applaudirlo per il suo coraggio oppure spennacchiarlo per l’allarmismo che semina un giorno sì e l’altro pure.
W LA MERITOCRAZIA – Una mattina di un giorno qualsiasi a Palazzo del Pincio. Il signor “Facci”, a quel che si mormora pedina fondamentale dello scacchiere maggioritario, incrocia il “Marchese del Pincio” e, immaginiamo alludendo agli incarichi, gli fa: «Con le Sot come la mettiamo?». Risposta secca: «Verrà usato il metro della meritocrazia». Come sempre favoloso “Io sono io” e chiaro come acqua di fonte. Cosa significa? Che colui e coloro che lo hanno sempre ossequiato o riverito si trovano in pole position. Chi invece ha osato (ed osa) talvolta contraddirlo, pur avendo ragione da vendere e qualità nettamente superiori ai lecchini della sua corte dei miracoli, non si faccia illusioni: è fuori da tutti i giochi. Olè!

