di CIRO IMPERATO
CIVITAVECCHIA – Ritorno bagnato (e si spera anche fortunato) per Paolo Caputo sulla panchina nerazzurra. Un abbondante acquazzone ha infatti fatto da cornice al primo allenamento della sua seconda era nerazzurra. Esattamente 50 giorni dopo quell’esonero mal (e mai) digerito, il mister si è rimpossessato del suo Civitavecchia. Poche parole, a differenza di chi in questo mese e mezzo lo aveva sostiuito sulla panchina nerazzurra, ma tanto lavoro sul campo, cominciando subito con il professor Diego Michesi al suo fianco a metter sotto torchio la squadra, per trarre le valutazioni necessarie per affrontare al meglio la missione salvezza.
Subito un colloquio con i dirigenti, le strette di mano e la sistemazione di quell’armadietto, che aveva svuotato qualche mattina dopo l’arrivo di Mariotti. Sorriso ma dribbling secco ai giornalisti e subito in campo. Solo dopo due ore e mezza fitte fitte di lavoro, il mister si è concesso al fuoco incrociato di domande.
Partiamo dalle emozioni di questo ritorno?
«Sono felice, ma soprattutto molto determinato. Felice perchè se il presidente ha pensato di richiamarmi vuol dire che qualcosa di buono ho lasciato e determinato perchè farò di tutto per conquistare la salvezza».
A Tersigni ha detto che ci metterà l’anima (ce lo ha confessato il patron).
«Come sempre, rientra nel mio modo di interpretare il calcio».
Ritrova il Civitavecchia terz’ultimo nel girone G di serie ed in 6 gare sono stati aggiunti solo 2 punti ai 15 che aveva ottenuto in 14 partite. Ha già pronta una tabella di marcia?
«Niente tabelle di marcia. Da qui alla fine del campionato ci aspettano tutte finali ed ovviamente ne dobbiamo vincere il maggior numero possibile».
Vincere per il Civitavecchia è diventato quasi impossibile: l’ultimo colpo da tre punti risale sempre al 10 ottobre.
«Giocare con l’assillo della vittoria a tutti i costi non è semplice, ma è chiaro che per salvarci dobbiamo ‘‘sbloccarci’’. Non abbiamo alternative» .
Non ha stilato tabelle di marcia, ma ha già un’idea di come ricaricare la squadra?
«Ho avuto un primo approccio col gruppo. C’è qualcosa da sistemare a livello mentale, ma la voglia di restare in serie D è ancora forte».
A proposito del gruppo. Si ritrova una squadra rivoluzionata. Come si regolerà?
«Il primo pensiero è andato a quei ragazzi che sono andati via dopo il mio esonero. Tutti pezzi della storia recente di un Civitavecchia che ha raggiunto risultati straordinari e mi rammarica non ritrovarli qui. Riguardo i nuovi sarei presuntuoso e approssimativo se volessi fare subito delle valutazioni, ma sarà chiaro: punterò solo su chi ci crede».
Ha parlato poco con i ragazzi. Possiamo sapere cosa ha detto?
«Molte cose debbono rimanere nello spogliatoio. Lì si deve cementare l’unità di una squadra, che deve compattarsi per affrontare la missione salvezza».
Può almeno dirci cosa pretenderà?
«Serietà, impegno, lavoro ed onestà».
Si ricomincia da una trasferta impossibile (con la Villacidrese) e poi c’è lo scontro salvezza al Fattori con il Calangianus.
«Pensiamo di partita in partita e riguardo i match impossibili io non porto mai battuto e poi questo sono le tipiche sfide che ti esaltano. Comunque a me la favole sono sempre piaciute e se si rema tutti dalla stessa parte, squadra, società e tifosi, possiamo raccontarne un’altra».

