CIVITAVECCHIA – «Non siamo qui solo per difendere un posto di lavoro. Siamo qui per difendere la scuola pubblica, i nostri ragazzi, la cultura e l’istruzione». Una quindicina di insegnanti precari si sono trovati questa mattina di fronte all’Isis “Calamatta” di via Antonio Da Sangallo per inscenare la morte della scuola pubblica italiana, con tanto di bare, crisantemi, necrologi e precari a terra, «uccisi – spiegano – da una riforma a tutto vantaggio della scuola privata, che mina alle radici la cultura». Secondo Marco Galice, uno dei promotori dell’iniziativa, i tagli del Governo in due anni hanno messo in difficoltà, a Civitavecchia, almeno una cinquantina di insegnanti e personale Ata, cento se si prende in considerazione il comprensorio. «Numeri non di poco conto – ha spiegato Galice – qui oggi a protestare ci sono tutti insegnanti perdenti posto che vogliono portare avanti questa battaglia di civiltà: il precariato è un reato di stato, un crimine a cui un paese civile deve ribellarsi». Motivi, questi, per i quali è stato deciso di costituire in città un comitato permanente per la difesa della scuola pubblica «per fare informazione e per difendere questa preziosa risorsa – ha aggiunto – un comitato che vada nelle scuole, faccia sentire la propria voce, faccia capire ai genitori, agli insegnanti, ai ragazzi che questa è una battaglia di tutti». Hanno sottolineato le ‘‘scelte sbagliate’’ del ministro Gelmini, dalla riduzione del tempo pieno al minor numero di ore per il sostegno ai ragazzi con difficoltà, alle classi più numerose rispetto agli scorsi anni. «Quest’ultimo aspetto – hanno spiegato i precari presenti – porta a lavorare con classi ‘‘gonfiate’’, dove su 30 alunni ci sono stranieri, ragazzi con difficoltà, disabili: ne prenda atto anche il Comune. La nostra proposta, infatti, sarà quella, attraverso gli uffici dei Servizi Sociali, di effettuare una monitoraggio nelle scuole per verificare la presenza di ragazzi con disagio sociale, per intervenire dove il Ministero non permette, sostituendosi anche a quei progetti che, per carenza di risorse, non verranno più proposti ma che invece erano utili ai nostri ragazzi». Ampia la partecipazione anche del mondo politico di centrosinistra con Pd, Federazioni della Sinistra, SeL, Rifondazione Comunista, Idv, Pdci, e i sindacati Cgil Cisl e Uil, RdB Usb Scuola e Cobas. A portare solidarietà ai precari anche l’assessore provinciale alla Scuola Paola Rita Stella, che ha parlato di una riforma dequalificante per il sistema scolastico pubblico, non condivisa con chi, quotidianamente, opera in questo campo.
Scuola e Università
2 Novembre 2011
Celebrata la morte della scuola pubblica

