Sport
2 Novembre 2011
Emozioni olimpiche in bianco e nero: Giancarlo Peris ed una fiamma che arde ancora 

di LUCA GROSSI

CIVITAVECCHIA  – Una delle frasi più famose del celebre artista Andy Warhol afferma che ognuno ha diritto ai suoi 15 minuti di celebrità. In realtà ci sono minuti e attimi di celebrità che riecheggiano per sempre nella memoria collettiva ed altri che vivono solo in quella personale. I quindici minuti di celebrità di Giancarlo Peris rientrano sicuramente nella prima categoria. Cinquanta anni e due giorni fa, l’allenatore, insegnante e attivista civitavecchiese era un semplice ragazzo civitavecchiese di 18 anni vincitore dei campionati giovanili provinciali di corsa campestre. Un ragazzo normalissimo che, a sua insaputa, stava per essere catapultato sul grande palcoscenico delle olimpiadi. Il Comitato Olimpico Italiano di Roma 1960, presieduto allora da un giovanissimo Giulio Andreotti, aveva infatti deciso che ad accendere il braciere olimpico sarebbe stato non un campione affermato o una star internazionale, ma un semplice ragazzo di belle speranze amante dello sport. Cosi facendo il comitato voleva mandare un messaggio importante: con lo sport tutti abbiamo le stesse possibilità. Accendere il braciere e trasportare per ultimo il fuoco di Atene non è cosa che si dimentica facilmente, tanto più se si ha la possibilità di rivivere quegli attimi. Mercoledì sera Peris ha avuto questa possibilità ripercorrendo quei gesti e simulando quella mitica corsa di 350 metri. Si è svolta mercoledì in Campidoglio, infatti, l’inaugurazione del mese di celebrazioni dei cinquantanni dalla prima olimpiade romana, celebrazioni che andranno a ricordare tutti i momenti della rassegna romana, compresa l’accensione del braciere effettuata dallo stesso Peris. «Ricordo il rumore asfissiante dei tifosi presenti, e la paura di cadere su quei lunghissimi 92 scalini, fare un errore li sarebbe significato fare una pessima figura davanti al mondo intero». Peris in questi anni è stato a lungo ricordato per quei significanti attimi: «Anche a scuola i miei alunni, magari incentivati dai padri e dai nonni mi facevano domande su quei momenti. Rivivere quell’emozione ieri sera in Campidoglio è stata un esperienza molto forte». Inutile nascondere che la manifestazione a ricordo della prima olimpiade romana da parte del Coni non è altro che il trampolino di lancio verso l’ipotesi di una seconda olimpiade nel 2020: «Io sarei contentissimo se Roma riuscisse ad essere eletta per il 2020. Voi non potete immaginare il coinvolgimento di tutta la città a quelle gare, si respirava un’aria unica, mi farebbe piacere se i ragazzi di oggi potessero rivivere quelle sensazioni e quell’allegria». Nino Benvenuti, che mercoledì sera ha preso parola subito dopo l’intervento del probabilissimo Presidente del Comitato Olimpico per Roma 2020 Gianni Letta, ha colpito particolarmente con le sue parole lo stesso Peris: «Benvenuti ha centrato il cuore del discorso, ha affermato che ad oggi è un ex campione mondiale dei pesi medi ma un campione olimpico in carica. Tutto quello che succede in un olimpiade rimane per sempre, io ne so qualcosa…». Ciò che si fa in vita riecheggia per l’eternità, vale per un atleta ed anche per un tedoforo civitavecchiese.