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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Ex polveriera: torna lo spauracchio del campo rom

    TARQUINIA – L’ipotesi di un campo nomadi a Tarquinia torna all’attenzione dell’opinione pubblica. Stamattina sei funzionari ministeriali, della Difesa e dell’Interno (tra i quali il vice prefetto di Roma) si sono recati presso la struttura del demanio militare situata all’ex polveriera San Savino. Una ennesima ispezione, avvenuta in gran segreto, che ha gettato nello sconcerto amministratori e politici. Il sindaco Mauro Mazzola appena appreso del sopralluogo si è precipitato per verificare di persona, ma la delegazione presente si è trincerata dietro il più assoluto riserbo. «Come promesso a febbraio, ho mantenuto alta la guardia sull’ipotesi che l’ex polveriera ospiti il campo nomade ‘‘Casilino 900’’ di Roma – ha detto il sindaco – Alla luce di questo allarmante episodio, ho ritenuto opportuno convocare la conferenza dei capigruppo di maggioranza e minoranza e la giunta comunale per illustrare la situazione. Un atto doveroso che vuole sottolineare come il problema vada affrontato con la massima unità da parte delle forze politiche locali». Il sindaco ha anche contattato il prefetto di Viterbo Alessandro Giacchetti e il commissario straordinario per l’emergenza rom Giuseppe Pecoraro. «Il commissario Pecoraro ha affermato di non sapere nulla – riferisce il sindaco – e di non aver dato mandato per ispezioni all’interno dell’ex polveriera». Il prefetto di Roma ha spiegato come, differentemente dalle province di Rieti, Latina e Frosinone, per quella di Viterbo non sia stata presa nessuna decisione in merito alla ridistribuzione dei campi nomadi della capitale». «Ancora una volta Tarquinia è oggetto di ipotesi scriteriate – attacca Mazzola – Ancora una volta, però, insieme alla compagine amministrativa, in qualità di sindaco sarò il primo a oppormi con tutte le forze a questa eventualità. In questi momenti è fondamentale mantenere l’unità e alta l’attenzione, per tutelare i diritti dei cittadini tarquiniesi». Il problema, però, risiede nel fatto che l’area, essendo di proprietà del demanio militare, sfugge alla giurisdizione del sindaco, che in alcun modo può intervenire sul quel territorio. Tra le ipotesi in ballo, che possono spiegare il sopralluogo, ci sarebbe il già annunciato passaggio dei alcune aree militari dismesse dal ministero della Difesa a quello dell’Interno, che a sua volta però potrebbe decidere di utilizzarlo come centro di accoglienza per i rom che saranno sfollati dal Casilino ‘900. Un’ipotesi che non trova conferme, ma che nella giornata di ieri ha scatenato interventi da parte di politici sia di destra sia di sinistra. Gli esponenti del Pdl cittadino hanno immediatamente attivato i propri parlamentari, il senatore Laura Allegrini e il deputato Giulio Marini, i quali hanno contattato le autorità competenti per avere chiarimenti. I parlamentari hanno avuto rassicurazioni, ma il Pdl continua a vigilare: «Per troppi anni Tarquinia ha subìto questa servitù militare. Auspichiamo che l’ex-deposito munizioni sia acquisito al più presto al patrimonio comunale e l’intera area venga riutilizzata per scopi utili alla città».
    Ale.Ro.

    Allegrini (Pdl) e Sposetti (Pd) interrogano il ministro Maroni

     

    Pioggia di interventi nelle ore successive al sopralluogo presso la ex polveriera di Tarquinia. Dal Pdl, la senatrice Laura Allegrini ha chiesto al Ministro dell’Interno Roberto Maroni se esistono progetti di destinazione di quest’area che, sembra, sarà presa in carico da parte del dicastero dell’Interno. La senatrice ha ribadito la necessità di scongiurare l’eventualità di un insediamento rom, già smentito da Maroni e dal Sindaco di Roma Alemanno nei primi mesi del 2009. L’Allegrini ha anche contattato la Prefettura di Viterbo che «si è detta non a conoscenza di alcun progetto in merito». Dal Pd, immediato l’intervento del deputato Ugo Sposetti, il quale ribadendo la propria contrarietà ha annunciato un’interrogazione al Ministro «per conoscere se davvero la visita è stata effettuata, da chi è stata richiesta e con quali finalità». «Non siamo la periferia di Roma. Il Governo faccia chiarezza», ha detto invece Alessandro Mazzoli.