Lettere
2 Novembre 2011
Galletta: "Aldo Moro, un esempio per tutti"

CIVITAVECCHIA – “Sono trascorsi trentadue anni dal 9 maggio 1978 quando venne trovato il cadavere dell’onorevole Aldo Moro in una Renault rossa in via Caetani dietro la sede delle Botteghe Oscure del Partito Comunista e a poca distanza da quella della Democrazia Cristiana. L’uccisone dello statista italiano arrivò dopo la brutale aggressione in cui persero la vita cinque agenti della scorta in via Mario Fani, da parte di un commando delle Brigate Rosse e che per i 55 giorni di prigionia del presidente della Democrazia Cristiana tenne con il fiato sospeso l’Italia intera. Il rapimento, avvenuto a poche ore dal dibattito a Montecitorio sulla fiducia al quarto governo Andreotti e alla vigilia del voto parlamentare che per la prima volta dal 1947 avrebbe sancito l’ingresso del Partito Comunista nella maggioranza di governo, doveva “processare” l’uomo politico e, attraverso lui, tutta la Democrazia Cristiana e tutto il sistema politico italiano di quegli anni. In quella “prigione del popolo” si verificarono una serie di anomalie e di strani episodi ancora oggi non irrisolti e che hanno contribuito a far diventare il caso Moro una delle pagine più nere della politica italiana, rappresentando una battuta d’arresto nel percorso della storia della Repubblica Italiana verso la democrazia che la lungimiranza di Aldo Moro aveva cercato di accelerare attraverso una politica di avvicinamento proprio al Partito Comunista di Enrico Berlinguer. La grande intuizione di Aldo Moro è stata dunque quella di aver colto prima degli altri, troppo presto, il tramonto di un’epoca, quella della Guerra Fredda e che oggi appare come uno dei maggiori momenti di intensa attività politica che il Partito Democratico, figlio di quella straordinaria intuizione, ricorda con commozione ma anche e soprattutto con coraggio e orgoglio per la figura del presidente Moro, esempio e modello da seguire soprattutto da parte delle nuove generazioni che si avvicinano proprio al mondo politico. E’ importante però ricordare Aldo Moro, barbaramente ucciso per una fantomatica ragion di stato e a cui venne negato, da parte dello Stato che lui generosamente serviva, la giustizia e la difesa in tutte le forme, non solo per la levatura morale e l’onestà intellettuale ma anche per la profonda umanità dell’uomo politico e del padre di famiglia, e che lui stesso più volte espresse nelle circa cento lettere scritte principalmente ai suoi cari e alla moglie durante la sua prigionia: “Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce sarebbe bellissimo”. La luce della verità, che è sempre illuminante perché ci aiuta ad essere coraggiosi ed estremamente necessaria al nostro partito e soprattutto alla nostra comunità civitavecchiese, inghiottita e mortificata dal deserto del pensiero politico”.
Roberta Galletta
Circolo Partito Democratico di Civitavecchia