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    Porto
    2 Novembre 2011
    Gru, le cinque imprese storiche in prima linea

    CIVITAVECCHIA – «Le imprese storiche portuali, quelle articolo 16 (autorizzate a svolgere operazioni portuali ndr) ribadiscono la loro disponibilità a farsi carico della gestione del settore gru dello scalo».
    A confermarlo, a nome delle cinque società storiche (Bellettieri, Cpr, Traiana, Spedimar e Revello ndr) è stato il presidente della Bellettieri Sergio Serpente, alla luce delle ultime dichiarazioni del segretario generale dell’Autorità Portuale Giuseppe Guacci, il quale ha dichiarato la volontà di Molo Vespucci di risolvere la situazione, anche con la vendita del servizio ad una società terza ed esterna.
    «Un servizio – aveva spiegato nei giorni scorsi – che doveva essere dismesso già da anni, in base alla legge. Oggi più che mai siamo intenzionati a trovare una soluzione, con l’obiettivo primario di mantenere l’occupazione, tutelando le attuali 24 unità. Abbiamo avviato una serie di trattative e siamo convinti di arrivare a breve ad un accordo».
    Forse proprio l’ipotesi dell’arrivo di una società esterna, pronta ad acquisire in blocco mezzi e uomini, ha fatto tornare alla carica le imprese locali che, alla fine degli anni Novanta e per circa sette anni, hanno gestito il settore, prima dell’intervento dell’Autorità Portuale. Poi la situazione di stallo, avanti fino ad oggi, con una delegazione di società storiche che venerdì mattina si è recata in Authority per discutere della situazione e mostrare di nuovo il proprio interesse.
    «La maggioranza di questi lavoratori ha una grande proffessionalità, non lo mettiamo in dubbio, e queste professionalità vanno tutelate – ha spiegato Serpente – non vogliamo entrare nel merito dell’agitazione, ma ci chiediamo come possa durare così tanti mesi. Questa situazione e questi problemi sono tra chi lavora, i gruisti, e chi li gestisce, l’Autorità Portuale: non è possibile che a pagarne le conseguenze siano le imprese».
    Il chiaro riferimento è alla perdita, la scorsa settimana, della nave bananiera dirottata a Salerno.
    «Come imprese locali – ha aggiunto Serpente – siamo ancora disposti, come lo eravamo tempo fa, ad intervenire, aprendo anche alle altre imprese articolo 16 che possono farlo. Ma attendiamo risposte: alle ultime lettere di luglio nessuno ha dato seguito. Speriamo che la situazione si sblocchi presto, pronti a riprendere le trattative». Le imprese si chiedono come sia possibile che soltanto il rischio di perdere un traffico importante come quello delle banane possa far riaccendere i riflettori su un problema che va avanti da anni, senza mai trovare una soluzione adeguata. «Chi dice che il terzo turno non ha creato problemi mente sapendo di mentire – ha aggiunto Serpente – lo abbiamo provato sulla nostra pelle. L’agitazione non è un problema delle imprese. In tutti questi anni nessuno di noi ha mai comprato delle proprie gru, proprio perché c’era un lavoro pubblico da tutelare, dei lavoratori dell’Autorità Portuale da salvaguardare. Oggi chiadiamo quindi che chi ha il dovere di gestire e di controllare queste questioni lo faccia, trovando al più presto una soluzione. Noi, da parte nostra, ci siamo».