CIVITAVECCHIA – Il Reparto operativo aeronavale del Lazio, impiegando gli uomini dei propri reparti dipendenti navali ed aerei di Civitavecchia, Pratica di Mare, Anzio e Formia si trova ad eseguire i diversificati compiti di polizia economico-finanziaria assegnati, il cui svolgimento ha riflessi positivi in vari settori della vita quotidiana di tutti i cittadini laziali. Le funzioni che specificatamente gli uomini e i mezzi della guardia di finanza aeronavale del Lazio si trovano a svolgere, coinvolgono vari settori che vanno dalla sorveglianza e sicurezza dei confini aereo e marittimi, prettamente militari, contrasto al traffico della droga, missioni di soccorso e salvataggio per la salvaguardia e sicurezza della vita umana in mare (concorso agli eventi di soccorso S.a.r.), contrasto all’immigrazione clandestina, controlli di polizia economica e finanziaria in mare ed in porto, nei confronti di cantieri navali, rimessaggi situati lungo la fascia costiera laziale, lungo le aste fluviali e lacuali e negli aeroporti presenti nel territorio laziale (relativamente al settore aereo la competenza si estende anche sul territorio dell’ umbria) per i controlli di polizia ambientale e conseguenti danni all’ambiente.
Evasori in mare: scoperti tentativi di frode nel consumo di prodotti petroliferi a bordo di yacht.
Durante le attività investigative di polizia economica e finanziaria marittima, le indagini svolte dagli uomini del Reparto operativo aeronavale del lazio della guardia di finanza, sono stati scoperti e verbalizzati 60 soggetti a vario titolo per irregolarità nella gestione dei prodotti petroliferi, imbarcati sui propri yacht commerciali e unità da diporto. L’escamotage al quale continua a ricorrere la gran parte degli evasori marittimi, per sottrarsi agli obblighi tributari verso lo stato, scoperti dai finanzieri, è caratterizzato dal tentativo di beneficiare di carburante agevolato destinato alla nautica commerciale, pur non avendone requisiti previsti per legge. In buona sostanza, in barba alla vasta platea dei consumatori e bravi diportisti rispettosi delle regole fiscali dello stato, per tentare di pagare il gasolio a poco prezzo rispetto al prezzo di mercato, hanno tentato di simulare, attività commerciali di noleggio di yacht, per le quali è previsto l’utilizzo di carburante sottoposto ad accisa agevolata. Creando fittiziamente (in assenza di presupposti soggettivi necessari non essendo di fatto operative) società di charter nautico, abbattevano i relativi costi di gestione rispetto ad una ordinaria unità da diporto utilizzando, in realtà, l’imbarcazione per usi privati, spostandosi per mare con i loro familiari, amici e ospiti dell’armatore. Al momento di presentarsi presso i distributori di carburante, mostravano documentazione contrattuale e fiscale irregolare. Lungo l’intera fascia costiera del Lazio sono stati effettuati 52 controlli fiscali, a società e soggetti individuali, oltre che durante le sistematiche e costanti operazioni di sorveglianza del mare territoriale laziale, anche all’interno di porti, porticcioli e cantieri navali di rimessaggio. Basilare è stato l’ausilio degli elicotteri della sezione aera di Pratica di mare e dell’utilizzo del software “Mo.re.na”, uno strumento informatico di consultazione di memorie operative, che ha portato, incrociando dati riferiti a nominativi di imbarcazioni con informazioni delicate di anagrafe tributaria, all’individuazione di possibili casi di utilizzo improprio dell’agevolazione di accisa su carburanti. Le indagini di polizia tributaria svolte dal personale della stazione navale di Civitavecchia e dalle sezioni operative navali di Anzio e Formia, nel corso del 2008, hanno portato alla denuncia all’a.g. competente di 13 persone e accertato irregolarità sugli imbarchi per un totale di oltre 200mila litri di carburante, con un’evasione che se confermata dall’accertamento definitivo, farà incamerare nelle casse dello stato circa 87.000 euro.
Tutela ambiente: protezione e salvaguardia delle risorse ambientali del mare, biologiche marine e del patrimonio ittico
Seppur affievolito e riferito ad una piccola aliquota di operatori nel settore della pesca, forse anche per l’intensa attività di pattugliamento che nel 2008 ha superato le 40.000 miglia, solcate dalle “fiamme gialle del mare” in oltre 800 crociere operative, non si è fermato l’utilizzo di sistemi di pesca illegali e dannosi per l’ambiente da parte di pescatori che, al di fuori di ogni regola, e senza alcuno scrupolo, mettono a rischio l’ecosistema marino e causano un gravissimo danno economico sia all’erario, che agli stessi pescatori professionisti. La pesca illegale coinvolge, pur se in misura diversa, tutto il litorale del lazio, ben 363 chilometri di costa che e tutti i settori, dalla piccola pesca a quella industriale. Nelle acque laziali in particolare, le violazioni più comuni accertate dai finanzieri sono: l’utilizzo di maglie vietate, causa principale delle stragi di novellame, lo strascico sotto costa al di fuori dei limiti consentiti dalla legge (3 miglia dalla costa o oltre i 50 metri di profondità) e la pesca nelle aree marine protette. Nel corso dello scorso anno sono stati fermati dalle vedette del reparto operativo aeronavale, grazie alla sinergia con i mezzi aerei della sezione aerea di pratica di mare, 194 pescherecci e sono state riscontrate 39 violazioni per un totale di 44 soggetti contravvenzionati. Inoltre, in più occasioni, venivano sorprese persone intente alla pesca abusiva di echinodermi (ricci di mare), in alcuni casi anche in possesso di circa 5.000 esemplari, quantitativo cento volte superiore al massimo consentito di 50: la guardia di finanza, nel corso del 2008, ha sequestrato e liberato in mare ben oltre 15.000 ricci.
Acqua da salvaguardare dall’inquinamento: tutela e salvaguardia delle risorse idriche del Lazio
Nel corso del 2008, specialmente negli ultimi tempi, l’operato del R.o.a.n. in indagini tendenti a verificare il rispetto delle norme e della corretta tenuta dei documenti amministrativi dei depuratori del lazio, ha portato a galla problematiche serie come quello dei liquami che vengono trattati senza il necessario controllo e che comportano, oltre al lento susseguente aggravarsi dell’aspetto estetico ambientale, gravi conseguenze per la salute di chi vive e lavora nelle vicinanze degli stessi. L’ecosistema fluviale e marittimo (ogni fiume arriva al mare) sono continuamente minacciati, anche per la loro fragilità, dagli scarichi illegali di acque reflue provenienti da depuratori industriali e urbani. Nel corso del 2008 gli uomini del R.o.a.n. hanno posto sotto controllo ben 46 depuratori, fra potabilizzatori e quelli di acque reflue sia urbani che industriali, riscontrando irregolarità di varie tipologie (più o meno gravi) per un totale di oltre 60 e denunciando 7 persone alla autorità giudiziaria. I casi più gravi e noti sono stati quello del depuratore di Civitella San Paolo(in provincia di Roma) e quello del depuratore di Civitavecchia.
Contro la droga e trafficanti marittimi: contrasto al traffico internazionale degli stupefacenti via mare
La particolarità dei mezzi aeronavali di cui è fornito e la professionalità del personale imbarcato su di essi, fanno del reparto operativo aeronavale del Lazio, l’organo per eccellenza in grado di fornire filo da torcere alle organizzazioni criminali dedite al trasporto internazionale di sostanze stupefacenti via mare lungo le coste laziali. L’attività di sorveglianza comporta l’osservazione (monitoraggio), tramite l’apparato radar in dotazione alle unità aeronavali che transitano nella fascia marittima antistante il territorio laziale e il controllo materiale di quelle unità navali che per dimensioni, rotte seguite, comportamenti e velocità destano maggiori sospetti per essere impiegate nel traffico degli stupefacenti. Le operazioni antidroga sono sempre più numerose ed i risultati conseguiti dalle singole forze di polizia in italia, si incrementano giorno dopo giorno e anno dopo anno, con ritmi e successi operativi veramente importanti. Le “autostrade” del mare sono sempre più spesso seguite per esportare ed importare droghe, ragione per cui il mare e i porti della regione Lazio, tra i quali Civitavecchia, Fiumicino, Porti di Roma e Gaeta, sono da considerarsi porti permanentemente a rischio di infiltrazione di droga e criminalità organizzata. E sono il frutto di sofisticate indagini internazionali (che hanno interessato anche la spagna) insieme alla collaborazione dei reparti speciali del corpo, quali il gruppo operativo antidroga ed il gruppo investigativo criminalita’ organizzata del nucleo di polizia tributaria di roma, e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata, i risultati dell’operazione denominata “argentario” che, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Roma, si è articolata in più fasi ed ha portato all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare, sgominando di fatto una pericolosa organizzazione dedita a traffici internazionali di stupefacenti via mare, nonché al sequestro di altri 300 kg di hashish puro. Tutto questo si somma alle 20 tonnellate di hashish sequestrate (assieme alle 10 imbarcazioni sequestrate e 99 persone arrestate) risultati nella pluriennale ed incessante lotta ai traffici di stupefacenti conseguiti sul mare del lazio dal 1997 ad oggi. Parte di questa droga (oltre 21 quintali) è stata termodistrutta, in appositi inceneritori, dai militari operanti dipendenti dal reparto operativo aeronavale della guardia di finanza, su disposizione della magistratura competente.
Ordine e sicurezza sul mare: sicurezza, soccorso e salvaguardia della vita umana in mare
Pur non essendo un compito prettamente legato alle prioritarie funzioni di polizia economico-finanziaria, il personale del reparto operativo aeronavale, come ogni operatore in mare, conosce l’importanza del rispetto delle norme per la sicurezza e salvaguardia della vita umana in mare e di quanto deve essere elevato il proprio impegno in ogni situazione dove si vede compromessa la sacralità della vita umana e la cui risoluzione, resa difficoltosa proprio dall’ambiente marino stesso, può essere frutto solo di una sinergia di forze aeree e navali in collaborazione con ogni corpo militare e di polizia. Mezzi aerei del corpo hanno pattugliato per giorni la zona del Circeo alla ricerca, purtroppo risoltasi negativamente, di un naufrago disperso in quello acque.
Demaniopoli nel Lazio: tutela e controllo dei beni pubblici e del demanio marittimo
Durante l’attività a salvaguardia delle spiagge demaniali del Lazio, nonche’ i beni demaniali fluviali e lacuali presenti nella regione e lungo i 363 km di costa, comprense le isole di Ponza, Ventotene, Palmarola, Gavi, Zannone, S.Stefano e’ stato accertato, dagli uomini della sezione operativa navale di Formia ed Anzio, che su 409 controlli ad immobili realizzati sul pubblico demanio, 114 erano in posizione irregolare rispetto alle normative poste a tutela del demanio marittimo, del paesaggio e delle bellezze naturali esistenti o alle dovute imposte da versare allo stato, regione e comuni costieri del Lazio. Il controllo sul demanio del Lazio avviene in virtù dei compiti di vigilanza sul pagamento delle tasse e tributi sule concessioni demaniali e delle funzioni di osservatore del rispetto delle norme ambientali. Sono state individuate, grazie all’utilizzo di elicotteri, aree in corso di edificazione, che sono poi state identificate come costruzioni abusive, alcune addirittura in zone a vincolo paesaggistico, vere e proprie cementificazioni delle coste. Sono stati altresì accertati 154 casi di violazioni sui non regolari pagamenti dei canoni concessori demaniali, sulla addizionale regionale e dei canoni Ic.i. sui beni demaniali. Molto incisivi anche i controlli all’interno del porto di Civitavecchia, dove sono stati già elevati 16 verbali per irregolarità relative all’imposta comunale sugli immobili ad altrettanti titolari di attività commerciali presenti all’interno dell’indotto commerciale portuale. Sempre nel corso dello scorso anno è stato individuato e sequestrato un “ecomostro”: si tratta di un consistente complesso residenziale, del valore di circa 20 milioni di €uro, che era stato edificato su una zona di territorio di circa 15 ettari in un’area sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici, situata a Gaeta, nella riviera di Ulisse.
Lavoro in nero: lavoro irregolare e sommerso
È di recente stato siglato un protocollo di intesa per il contrasto all’impiego non regolare con l’I.p.se.ma. (Istituto di previdenza per il settore marittimo). Questo rapporto di collaborazione è di particolare interesse per quanto riguarda la vigilanza sul rispetto delle norme di sicurezza e la regolare assunzione di dipendenti, la cui non osservanza permette di abbattere i costi di esercizio delle ditte (operando una concorrenza sleale rispetto alle ditte che rispettano le norme e rispetto ai lavoratori che rifiutano una assunzione irregolare o di lavorare senza le adeguate sicurezze). La regolarità dell’assunzione e dell’impiego di personale dipendente scaturisce anche dai controlli effettuati a mare (a bordo delle unità fermate) e sul demanio marittimo (sulle attività commerciali ivi presenti, stabilimenti balneari, noleggi di mosconi, etc). Nel 2008 sono stati verbalizzati 29 casi di irregolarità sul lavoro (dai contributi previdenziali assistenziali non corrisposti fino a casi di lavoratori completamente in nero).

