CIVITAVECCHIA – Una volta si chiamavano ambulanti, ora vengono definiti commercianti operanti su aree pubbliche a posto fisso. Una categoria che a Civitavecchia abbraccia numerosi lavoratori impegnati soprattutto in zona mercato, dove da qualche tempo sono stati stravolti i criteri base per abbinare il diritto al lavoro alle regole del vivere civile. I fatti risalgono a settembre scorso, quando un gruppo di oltre venti commercianti con posto fisso alla palmetta hanno iniziato a protestare contro la decisione del Sindaco di de-localizzare i banchi in vista dei lavori di restyling. Di fronte all’incertezza sul futuro della zona e in vista di operazioni complesse delle quali nessuno ha comunicato la durata, con il Pincio che ha evitato di mostrare il progetto elaborato, gli operatori della Palmetta hanno alzato la voce, dando il via ad un’occupazione ad oltranza dell’area di lavoro. Una protesta autorizzata, che purtroppo però, con il passare delle settimane, si è trasformata in una consuetudine che non ha più i crismi del malcontento, bensì gli elementi distintivi di una situazione che sta bene sia ai commercianti, rimasti ai loro posti, sia al Comune, la cui inerzia è giustificata da una semplice comunicazione in Questura, attestante il protrarsi dell’occupazione. Sono passati quattro mesi e i commercianti hanno trasformato le loro necessità in virtù. È bastato ingaggiare un guardiano da lasciare la notte in macchina a sorvegliare i furgoni carichi di merce da vendere, per trasformare il commercio su aree pubbliche a posto fisso in veri e propri negozi che aprono la mattina, lavorano e chiudono la sera senza spostarsi dalla Palmetta, come se tirassero giù la saracinesca di un comune locale pubblico. Tutto questo, ovviamente, conservando il proprio status quo: i lavoratori continuano ad avere il posto assegnato ma il pomeriggio non esercitano, pagando naturalmente la tassa sull’occupazione del suolo pubblico in proporziona a quanto contenuto nelle licenze. Come se non bastasse la presenza costante dei mezzi di lavoro impedisce ad Etruria servizi di effettuare le operazioni di pulizia, accentuando un problema di natura igienica. Una situazione ignorata anche dal Comune, troppo concentrato a seguire le linee del proprio progetto per poter solo pensare di ristabilire l’ordine e la legalità dove da settembre regna l’anarchia.
Politica
2 Novembre 2011
I banchi del mercato trasformati in negozi

