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    2 Novembre 2011
    Idv: "Seport, si abbassino i toni"

    CIVITAVECCHIA – “La crisi della Seport non è affatto chiara e cercare giustificazioni dietro il calo dei traffici appare una scusante se non supportata da dati completi; ad esempio il calo dei servizi è da imputare ad un annullamento dei servizi oppure all’affidamento ad altri operatori? E’ inutile nasconderlo: la crisi della Seport è politica, e purtroppo appartiene a quella politica che non comprende che così facendo non fa servizio”. Ad intervenire sulla vicenda è l’Italia dei Valori che ha confermato che anche il recente intervento di Iacomelli a difesa dell’attuale situazione non avrebbe dissipato i dubbi. “E’ giusto abbassare i toni – hanno aggiunto dal partito – da qualsiasi parte vengano, il che non significa annullare un confronto ed un’analisi specie per un’azienda il cui massimo esponente è espressione della politica. A quanto ci risulta in tutti questi mesi in cui si discute della Seport nessuno ha potuto prendere visione dei documenti ufficiali, neanche i sindacati. Ma se non c’è niente da nascondere si tirino fuori bilanci e verbali degli ultimi anni. Se questa richiesta non sarà esaudita purtroppo si confermerebbe che in questa crisi c’è qualcosa che non si comprende e tanto meno lo comprendono i lavoratori che rischiano seriamente il loro posto di lavoro. Una delle cose che sicuramente non vanno è il fatto che negli ultimi tre anni la Seport ha perso quote di mercato, non ha vinto una sola gara e non ha ottenuto un solo nuovo contratto. C’è poi l’episodio della gara di Fiumicino: una gara vinta e poi revocata perché la Seport non è in possesso dei mezzi idonei per lo svolgimento del servizio. E’ evidente che dinanzi a questo quadro un’azienda va in crisi. Ed è altrettanto evidente che questo trend negativo non può essere imputato ai lavoratori. Ci domandiamo: quali risultati economici negativi dobbiamo attendere affinché i proprietari della Seport mettano in discussione l’attuale dirigenza e chi l’ha proposta? Poiché le nomine sono politiche è la politica che deve sbrogliare la matassa. Non si può pretendere di risolvere la situazione mettendo solo le mani in tasca ai lavoratori collocandoli in solidarietà. E’ in atto in questi giorni un dibattito sulla nomina del nuovo presidente dell’Authority e tutti invocano competenza e professionalità ebbene crediamo che questa debba valere per chiunque azienda, pubblica o privata qualunque sia, altrimenti si rischia che a pagare saranno solo i lavoratori”.