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    Politica
    2 Novembre 2011
    Il Polo Civico rilancia il Farmer's Market

    CIVITAVECCHIA – “Secondo Coldiretti la filiera che commercializza i prodotti della terra riserva appena il 20% del prezzo finale di tali derrate a coloro che li producono, per cui nel comparto agricolo i contadini costituiscono l’anello debole, il meno retribuito, il più esposto ai rischi e al logorìo del lavoro dei campi. Dove però esistono i Farmer’s Market il riequilibrio è evidente: da un lato i produttori guadagnano molto di più dalla loro attività, che risulta in tal modo remunerativa, dall’altro i consumatori se ne avvantaggiano: il loro risparmio può essere dell’ordine del 30%, a seguito della riduzione dei passaggi intermedi. Questo dato coincide con quello desunto da esperienze maturate a livello provinciale e regionale, ma anche sviluppatesi all’estero, in particolare in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. In sintesi, una famiglia può riuscire a risparmiare anche 2500 euro all’anno e avere a disposizione per una o due volte alla settimana (questa è di solito la frequenza del mercato) prodotto fresco e genuino a Km/0, proprio perché tale forma di vendita è effettuata da produttori del luogo o che operano nelle immediate vicinanze, a costi più bassi, soggetti al controllo della Provincia che tiene aggiornata la tabella dei prezzi cui gli agricoltori debbono attenersi. La Provincia di Roma, attenta per vocazione oltre che per dovere istituzionale alle problematiche degli operatori del settore agricolo, attraverso i quali provvede a tutelare il prezioso patrimonio culturale che è legato alle tradizioni enogastronomiche, ha più volte inserito nei provvedimenti di rilancio dei distretti rurali ed agroalimentari i Farmer‘s Market, e sta svolgendo, anche a guida Zingaretti, un buon lavoro in materia. Tempo addietro, fu ventilata la possibilità di autorizzare anche a Civitavecchia l’apertura di un Farmer’s Market che avrebbe potuto offrire nella massima trasparenza e affidabilità concreti vantaggi economici sia agli agricoltori che ai consumatori, contrastare la massificazione dei gusti, privilegiare la genuinità e la tradizione locale anche sotto l’aspetto del cibo. Sull’argomento si aprì un dibattito in consiglio comunale: tante aperture, il consenso del sindaco, alcune perplessità, poi più niente. L’assessore al commercio ritirò la delibera dicendo che voleva studiarla e rifletterci su. Una pausa di riflessione, che ancora continua. Ma, ad eccezione di questo movimento politico, neppure i partiti, inclini a scontrarsi su questioni di minor peso, hanno più parlato della cosa. Appoggiando la proposta avrebbero forse premiato, in tempi di economia “drogata,” quanti, operando nel settore primario, sono artefici di una produzione e non di una intermediazione. Invece, si sono trovati d’accordo sul divieto di apertura. Evidenziando, ancora una volta, una insanabile contraddizione con la politica promossa da Palazzo Valentini. Si potrebbe pensare che la posizione contro il Farmer’s Market sia confezionata a tutela delle attività commerciali (e mercatali) presenti in città, ma la cosa è assolutamente non vera: è vero il contrario. Il risparmio dei cittadini si sarebbe riversato verso acquisti di altro tipo che avrebbero senz’altro favorito la nostra economia, mentre oggi questo mancato guadagno dei cittadini si riversa tutto nelle tasche di chi intermedia. Alla faccia della politica a favore dei cittadini. Ma quali? Crediamo invece che a stabilizzare il mercato, in luogo di iniziative adeguatamente controllate e certamente non invasive stiano provvedendo i tanti punti vendita di frutta e verdura che vediamo nascere nelle più diverse zone della città con una preoccupazione da parte nostra che è solo pari a quella che nutriamo per il moltiplicarsi dei vari Compro Oro, preoccupazione che vorremmo estendere alle altre forze politiche e sociali e alle istituzioni, talora inclini a lanciare allarmi ma restie ad effettuare interventi”.

    Consiglio direttivo Polo Civico