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    Scuola e Università
    2 Novembre 2011
    Insegnante si incatena ai cancelli della scuola

    CIVITAVECCHIA – La scuola riprende tra le polemiche. Insoddisfazione, come era prevedibile, tra gli insegnanti per via della riforma voluta dal ministro Gelmini, che ha determinato un taglio netto tra i docenti precari e il personale tecnico e amministrativo, sensibilmente ridimensionato per effetto della nuova legge. Se a Roma i precari della scuola manifestano, Civitavecchia non è da meno.
    Questa mattina ci sono stati momenti di tensione alla scuola Flavioni di via Barbaranelli, sulla Mediana. Un insegnante di lettere, che fino allo scorso anno ha prestato servizio presso l’istituto con incarico annuale, non è stato più candidato al contratto di disponibilità, per mezzo del quale in passato ha avuto la possibilità di lavorare una volta sistemati i docenti di prima fascia, ovvero quelli di ruolo.
    Da qui la decisione di incatenarsi ai cancelli dell’istituto per due ore, a partire dalle 8, con tanto di striscioni affissi per ricordare il disagio creato in città a circa 45 precari impiegati nel mondo della scuola. «A Civitavecchia la situazione è drammatica e rispecchia il quadro nazionale – ha dichiarato Marco Galice, il professore che ieri mattina si è incatenato ai cancelli della Flavioni – alla fine conteremo circa 80 posti di lavoro in meno. Le ore aggiuntive inoltre non sono inserite nelle stime ottimistiche del Governo – ha proseguito – visto che prima venivano date ai precari, ora solo agli insegnanti di ruolo». Secondo il docente di lettere la situazione sarebbe destinata a peggiorare: «Gli stessi contratti di disponibilità sono una bugia colossale – ha spiegato nel corso della protesta, alla quale hanno preso parte circa 15 suoi colleghi – dato che riguardano solo i docenti chiamati dal provveditorato, mentre la maggior parte dei precari viene chiamata dalla scuola».
    Sul posto anche la polizia. Solidarietà al professore è stata espressa da alcuni colleghi della Flavioni e di altre scuole della città.
    Anche i Verdi, tramite il portavoce Mario Dei Giudici, sono intervenuti sulla vicenda: «Piena solidarietà agli insegnanti che lottano per difendere il proprio lavoro e la propria dignità – si legge in una nota – nelle scuole di tutta Italia sono destinati a sparire in tre anni più di 800 lavoratori per via di un indegno ‘‘usa e getta’’ nei confronti di persone fino a ieri coinvolte nella programmazione educativa della scuola pubblica». I Verdi parlano poi degli 80 lavoratori tagliati dalla scuola pubblica a Civitavecchia e mobilitati presso la Flavioni: «Sono un numero equivalente ad un terzo dei dipendenti della centrale Tvn per i quali, a buon diritto, si sono mossi e si muovono partiti, sindacati, personalità politiche, si accettano sfide laceranti per l’intera città, si mantiene viva l’attenzione dei media locali e nazionali. Lo stesso trattamento non è riservato ai lavoratori della scuola – rilevano dal sole che ride – e nessuna attenzione è rivolta alle loro famiglie, gettate nello sconforto».