Cronaca
2 Novembre 2011
La relazione sui rifiuti nel Lazio esposta in aula dall'onorevole Tidei

PIETRO TIDEI (PD). Nel manifestare forte preoccupazione per le carenze impiantistiche e strutturali che caratterizzano la gestione dei rifiuti nella regione Lazio, a suo avviso confusa e gravemente inefficiente, paventa il rischio dell’insorgenza di una drammatica situazione emergenziale con inaccettabili ripercussioni sulle popolazioni residenti al di fuori della provincia di Roma, che reputa indebitamente penalizzata dall’assetto organizzativo del nuovo piano rifiuti varato dalla regione Lazio. Manifestata inoltre netta contrarietà alle linee guida seguite in proposito dal sindaco di Roma e giudicati irrealizzabili gli intendimenti enunciati dal presidente della regione Lazio in tema di raccolta differenziata, stigmatizza l’atteggiamento irresponsabile dagli stessi adottato nella gestione dei rifiuti, giudicando parimenti inaccettabile l’atteggiamento assunto in materia dal Governo. Reputa viceversa necessario ripristinare una piena assunzione di responsabilità da parte degli enti locali, segnatamente individuando nel piano regionale ambiti territoriali di livello sub-provinciale.
PIETRO TIDEI. Signor Presidente, se nella relazione sul ciclo dei rifiuti – che ci accingeremo ad approvare nei prossimi giorni – appare, dalle audizioni che vi sono state, non influente o, comunque, di scarsa rilevanza, la penetrazione di criminalità organizzata nella gestione del ciclo dei rifiuti, appare altrettanto evidente, però, che la situazione nel Lazio è certamente non rosea, anzi, comincia a dar segni di forte preoccupazione, e dirò perché, anche mettendo in evidenza alcune carenze che nella relazione stessa vi sono. Partiamo intanto dall’assunzione di alcune responsabilità che vi sono state nel recente passato, ma soprattutto di quelle attuali. Responsabilità che, di fatto, preludono ad una situazione così confusa, così drammatica e così emergenziale che da qui a qualche giorno, o qualche mese, non è escluso che si dichiarerà l’emergenza rifiuti nel Lazio. A questo punto, vista l’incapacità del sindaco di Roma – su cui dirò – e della governatrice Polverini, il lavoro sporco lo si farà fare a qualcun altro, anche perché l’assunzione di quelle responsabilità, che in questi anni il sindaco di Roma ha rifiutato scientemente di prendersi, oggi ricadrà inevitabilmente sulle popolazioni che sono fuori dalla provincia di Roma. È infatti evidente che se 4 milioni di cittadini (tra Roma e provincia) producono determinati rifiuti e non vi è una politica seria per prevederne uno smaltimento corretto, anche perché la relazione mette bene in evidenza le carenze strutturali ed impiantistiche nella regione Lazio, tutto ciò è contrario – lo diceva anche la collega del PdL – agli orientamenti e alle strategie dettate dall’Unione europea e dalla legislazione nazionale in materia di rifiuti. In modo particolare in quest’ultimo periodo la regione e il sindaco di Roma vanno verso soluzioni contrarie a quelle dell’Europa: non il revamping, uno smaltimento a perdere, non un ammodernamento e potenziamento delle strutture di trattamento finalizzate alla separazione del secco dall’umido del rifiuto e dalla produzione di CDR per essere utilizzato

Atti Parlamentari — 23 — Camera dei Deputati XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 APRILE 2011 — N. 461 nei termovalorizzatori, la stabilizzazione della stessa frazione umida, la scarsa, anzi irrilevante, raccolta differenziata. Se oggi noi siamo al 10-12 per cento non ce la possiamo prendere con qualcuno. Se oggi possiamo dire che la Polverini in maniera ottimistica, a mio avviso irresponsabile, prevede nel 2011 una percentuale pari al 60 per cento della raccolta differenziata, è evidente che stiamo ormai giocando sulla salute e sulla pelle delle nostre popolazioni. Infatti, quando questo risultato non ci sarà – e sappiamo perché non ci sarà – allora si sarà costretti sicuramente o a chiedere proroghe di discariche già esaurite o, viceversa, a dichiarare un’emergenza rifiuti che sappiamo tutti cosa produce. Pertanto, credo che su questo dobbiamo essere molto chiari e, anche se in Commissione tutto sommato c’è stata una convergenza in maniera unitaria, per quanto riguarda la mia parte politica non posso assolutamente accodare a questa unanimità, perché credo che ognuno si debba assumere le proprie responsabilità. La prima questione è la seguente. La Polverini, forse d’accordo con il sindaco Alemanno, che cosa fa ? Intanto toglie i sub-ATO provinciali e fa un ATO regionale che intanto serve per mantenere le mani della regione sul ciclo dei rifiuti e già questo è un abuso di potere. In secondo luogo, nella provincia di Roma non ci sono più i sub-ambiti, perché sarebbe stato molto più facile all’interno degli stessi responsabilizzare i comuni bacino per bacino, risolvendo, bacino per bacino, quella che era l’esigenza di smaltimento corretto dei rifiuti. Invece, sono stati eliminati i sub-ambiti provinciali e si è fatto un solo ambito per Roma e provincia. Se poi Alemanno dice che a Roma non farà più stoccare o smaltire rifiuti, qual è la soluzione ? Siccome l’ambito è uno, a questo punto, se Alemanno dice che a Roma non considera più rifiuti è evidente che questi ultimi andranno in provincia. Allora il primo risultato è che Alemanno, da buon Pilato qual è, che cosa fa ? Decide di non portare i rifiuti a Roma, però nel frattempo cerca di scaricarli fuori dalla provincia di Roma. La stessa cosa sta avvenendo con tutto il resto. Alemanno risolve il problema dei rom verso il nord, verso la Tiberina e lì mette un campo di rom. La Polverini dove risolve ilproblema dei clandestini ? A Civitavecchia, unico punto del Lazio: 700 clandestini accasermati nella caserma De Carolis e non a Roma, perché Alemanno non solo dice di non volerli lì, ma si preoccupa anche di non farli uscire, premendo sul prefetto e sul questore affinché i clandestini non escano, perché sennò vanno a Roma. Quindi non solo non li vuole, ma si preoccupa anche che questi poi non possano liberamente andare a Roma. Non solo: se non ci fosse stata la questione dello tsunami, probabilmente ci saremmo presi pure la centrale termonucleare di Montalto Di Castro. Ci siamo presi già il carbone, ma che cos’altro deve fare questa città per prendersi tutte queste cose ? Adesso che cosa propone Alemanno? Mi rivolgo al Presidente: il Ministro La Russa ancora non mi ha risposto, nonostante l’interrogazione precisa che ho presentato, circa un protocollo che ha firmato a novembre con il sindaco Alemanno per stoccare i rifiuti di Malagrotta a Civitavecchia (altra questione, quindi). Ancora mi deve rispondere e invece chi ci risponde ? Ci rispondono la Repubblica e tutti i giornali, dicendo che c’è stato questo accordo tra il Ministro La Russa e Alemanno per portare la discarica di Malagrotta a Civitavecchia nel centro chimico militare di Santa Lucia dove già si stocca tutto il materiale bellico nocivo che è in giro per l’Italia. Allora io dico che intanto si tratta di una scorrettezza, perché un Ministro alle interrogazioni deve rispondere, poiché abbiamo chiesto espressamente se era vera quella notizia. Inoltre, guarda caso, è invece Alemanno, consultato in quella Commissione, da bugiardo qual è – lo dico – che omette di dire di aver firmato questo contratto (chiamiamolo così), questo accordo, che poi non è un protocollo di intesa.
Atti Parlamentari — 24 — Camera dei Deputati XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 APRILE 2011 — N. 461 Si tratta di un accordo che prevede di stoccare i rifiuti in un polo integrato relativo a tutto il ciclo nel campo chimico militare di Civitavecchia, accanto ad una zona a protezione speciale dove dovrebbe sorgere un parco nazionale o regionale dei Monti della Tolfa e dove c’è un sito di interesse comunitario (SIC). Allora – e concludo, signor Presidente – noi riteniamo oggi che né le emergenze né il commissariato possano essere soluzioni ideali. Ci vuole l’assunzione di responsabilità degli enti locali, i quali, ritornando a degli ambiti subprovinciali, si assumano la responsabilità perché gli enti locali se la debbono assumere e se la possono assumere, ma non possono assistere ad uno « scaricabarile » tra la Polverini e Alemanno per portare i rifiuti fuori da Roma e per lasciare in una situazione drammatica alcuni territori pregiati della nostra provincia.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Tidei.
PIETRO TIDEI. Concludo, signor Presidente. Il procuratore generale presso la Corte di cassazione, in sede di inaugurazione dell’anno giudiziario, lo stesso procuratore della corte di appello, la stessa associazione « Antonino Caponnetto » e le forze politiche hanno dichiarato che ci sono le forze mafiose e le organizzazioni criminali nell’ambito di Civitavecchia, sia dentro il porto sia soprattutto dentro la centrale elettrica. Pertanto, se oggi porteremo in quell’area grandi investimenti, visto che già lì ci sono le forze criminali pronte ad azzannare questo boccone, sicuramente importeremo lì quella criminalità che tutti temono che ci sia e che alla fine ci sarà. Quindi la soluzione non è quella, ma diversamente deve esserci un’assunzione di responsabilità da parte di tutti per risolvere concretamente il problema dei rifiuti – contrariamente a ciò che vogliono Alemanno e la Polverini – a Roma e nel Lazio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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