Porto
2 Novembre 2011
«La politica pensi alla crescita, non alle poltrone»

CIVITAVECCHIA – La grande attenzione per il porto di Civitavecchia dimostrata da operatori della logistica nazionali ed internazionali al “Macfrut 2010”, svoltosi la scorsa settimana a Cesena, ha offerto al presidente della Bellettieri Sergio Serpente lo spunto per una riflessione a trecentosessanta gradi sulla situazione dello scalo e le sue prospettive future.

“Il Macfrut – dichiara Serpente – si è rivelato più importante di quanto potessimo pensare. E’ un “concentrato” della logistica del settore ortofrutticolo, una fiera di livello internazionale con la partecipazione di paesi molto forti nell’agroalimentare come ad esempio Egitto, Israele, Turchia, i paesi del Nord Europa, solo per citarne alcuni. L’interpretazione, data da Civonline e dalla Provincia su “Civitavecchia protagonista” è stata corretta. Per la prima volta, infatti, Civitavecchia è stata rappresentata da quattro aziende che danno vita ad una filiera logistica: Bellettieri, Cfft, Rtc e Icpl, ossia agroalimentare, container e interporto. E credo che all’esterno sia stato percepito ed apprezzato il nostro fine di portare avanti un progetto concreto per la crescita del territorio. Ne ha beneficiato soprattutto l’immagine del porto, che è apparso come uno scalo che vuole crescere in questo settore. Del resto, l’area del centro Italia costituisce un mercato di enorme interesse. Basti pensare a realtà come il Car di Guidonia o tutto il largo consumo, con entità ben radicate come Coop e Conad”.

“Questa città – prosegue Serpente – al di là delle diatribe che poi devono trovare soluzione per il bene del territorio, deve comprendere come le strumentalizzazioni della politica non possano e non debbano ripercuotersi sull’attività portuale. Non si può finire sui giornali locali e nazionali con notizie come quelle che stiamo leggendo sull’Authority o le altre istituzioni locali. In realtà, non si parla di portualità, ma solo di potere. Non discuto su quello che il Ministero, legittimamente, deciderà di fare a proposito dell’eventuale commissariamento dell’ente. Mi chiedo solo: il Governo, su Civitavecchia, si sta impegnando allo stesso modo di quanto avviene nel Nord-Est, con lo schieramento di pezzi da novanta come il ministro veneziano Brunetta e tutto lo stato maggiore della Lega, da Bossi fino a Zaia e Castelli? Civitavecchia gode della stessa spinta politica di Venezia? Questo è un discorso che vale sulla progettualità strategica, sui finanziamenti alle grandi opere, ma che si riflette anche sull’operatività quotidiana di un porto. Troppo spesso, infatti, alcuni pezzi dell’ingranaggio si fermano perché le scelte centrali non aiutano chi si trova ogni giorno a lavorare con carenza di mezzi e personale (evidente il riferimento alla dogana, ndr). Mentre altrove questi problemi si sono risolti, a Civitavecchia non è così anche perché da questo punto di vista la crescita è una novità e servono anni per adeguare organici ed organizzazione degli uffici rispetto alle esigenze delle imprese e dell’economia che sono in continua e rapida evoluzione”.

Poi, uno sguardo al futuro. Secondo Serpente ci sono dietro l’angolo novità che consentiranno un ulteriore salto di qualità.

“Basti pensare – spiega – che a Civitavecchia oggi arrivano direttamente anche navi dal centro-america, in virtù degli accordi chiusi a luglio con gli armatori. Msc arriverà con un collegamento dall’america latina in 18-20 giorni, abbattendo il costo del feederaggio e diminuendo i tempi di attesa. Si apre una prospettiva nuova, che deve essere supportata con servizi all’altezza, per evitare che il tempo guadagnato venga poi riperso in inutili attese. Ecco, anche in questo la politica non deve interferire, ma deve supportare gli operatori, con strumenti di carattere generale. Le scelte politiche devono essere fatte nelle sedi opportune, con decisioni strategiche che non significano certo bloccare uno scalo anche solo delegittimando un presidente. Questo si traduce solo nel risultato di favorire gli altri porti, in un contesto di concorrenza già elevatissima”.

Serpente ripropone poi le sue critiche di sempre: “Resta una evidente divergenza tra costruzione delle infrastrutture e programmazione. Va benissimo dotare il porto di nuove banchine, di nuove aree, ma senza una seria programmazione si rischia di costruire cattedrali nel deserto o di favorire forme di colonizzazione che non nascono certo con l’era Ciani, come bisogna riconoscere per serietà e rispetto. Nonostante ancora oggi non si sia ben compreso come una forma di colonizzazione sia anche quella di consentire l’arrivo di soggetti che, anziché portare nuovi traffici, vadano a sottrarre quelli esistenti alle imprese locali. Come si esce da questa impasse? Serve una conferenza dei servizi per il porto, in cui le istituzioni si riuniscano attorno ad un tavolo assumendosi ciascuno le proprie responsabilità. Non è importante essere il primo o il secondo porto del Mediterraneo. E’ importante capire quanto rimane per la città. Non parliamo di lucro, ma di reddito e occupazione sul territorio”.

Poi, il caso Ciani: “Forse il Presidente – azzarda Serpente – è stato troppo buono. Le valutazioni e le scelte devono essere complessive e secondo le proprie competenze. E con molta serietà, per tutti. Altrimenti si entra in crisi, perché come si ferma il porto, si fermano il Comune o altri enti. Ripeto, guardiamo sempre a come si sta muovendo la Lega nel Nord Est. Paolo Costa è un presidente nominato dal centrosinistra, ma mi pare che lì ci sia un fronte comune per il porto di Venezia. Mi sembra invece che i deputati del Lazio e la presidente della Regione non abbiano compreso l’importanza del porto di Civitavecchia per il Lazio, anche nell’ottica del federalismo fiscale».

«Si riduce tutto – conclude il presidente della Bellettieri – a una questione di potere e poltrone, ma è una visione molto parziale di chi forse non ha chiare le potenzialità economiche di un sistema portuale e così facendo non fa che provocare danni al porto e al territorio”.