Politica
2 Novembre 2011
«Piazza XXIV Maggio, diverse le irregolarità»

CIVITAVECCHIA – Ha ricordato gli esposti sul caso partiti a marzo 2009 il consigliere dell’IdV Vittorio Petrelli, analizzando, punto per punto, le sette pagine con cui l’Area Vigilanza Urbanistica Edilizia e Lotta all’Abusivismo della Regione Lazio ha espresso perplessità sulla concessione edilizia relativa a piazza XXIV Maggio che ha portato alla realizzazione di un edificio, attualmente sotto sequestro. «Questa – ha spiegato – è una conferma ufficiale che i nostri interventi e le nostre osservazioni hanno fondamento e anche se rimangono lettera morta hanno comunque una validità politica ed amministrativa». Ricordando gli interventi del segretario dei Repubblicani Europei Vincenzo Monteduro ha precisato che non c’è nessun accanimento ad personam, ma solo la volontà di far si che le norme e le regole vengano rispettate ed ha ribadito come il provvedimento adottato dalla maggioranza nell’ultimo consiglio comunale «con l’intento – ha aggiunto – di sanare la concessione edilizia in questione grida vendetta». È così entrato nel merito della dettagliata nota inviata all’ufficio urbanistico del Pincio. In primo luogo, all’indomani anche di un sopralluogo di un funzionario regionale avvenuto il 18 ottobre scorso, la Pisana parla della ‘‘necessità di un riesame sulla regolarità del titolo abilitativo rilasciato’’, per verificare, come sembra in base alla Variante 7 del 1978, se quel lotto sia o meno a destinazione pubblica, e la validità del Piano di Recupero approvato nel 1991. Altro punto da chiarire quello relativo all’altezza del fabbricato e al numero di piani previsti. «La lettura delle norme – si legge nel documento – evidenzia, contrariamente da quanto asserito dall’Amministrazione Comunale, una non corretta applicazione delle indicazioni contenute all’art.18 delle norme di attuazione per quanto concerne il numero dei piani fuori terra e l’altezza massima del fabbricato». Spiega inoltre la Regione che «…i dati progettuali indicano una larghezza della strada sul lato di via Traiana pari a metri 9,05 che aumentati della metà, (secondo le Nta) pari ad ulteriori m. 4,525, portano ad un’altezza raggiungibile del fabbricato pari a m. 13,574, inferiore a quella di m. 15 assegnata al fabbricato autorizzato. Il Comune ha prospettato che il locale commerciale ubicato al piano terra conterrebbe nel proprio involucro un piano ammezzato destinato a parcheggio con altezza di m 2,2,…questo però comporta la materiale realizzazione di un nuovo piano avente la specifica destinazione d’uso a parcheggi ma, pur sempre, un nuovo piano». Un’ulteriore irregolarità è stata rilevata sulla distanza dalla linea ferroviaria Roma-Grosseto. «La deroga autorizzata dall’ente ferroviario Rfi – spiega Petrelli riferendosi al documento – fa riferimento ad una distanza minima del fabbricato autorizzato di 8 metri dalla linea ferroviaria. Gli elaborati autorizzati indicano che il fabbricato sarebbe stato progettato, con il massimo sporto, a 6 metri. Inoltre Monteduro, il 12 ottobre scorso ha presentato documentazione che proverebbe che il progetto dell’opera, con riferimento alla reale distanza dalla linea ferroviaria, riporterebbe errati dati dimensionali i quali avrebbero comportato di fatto la costruzione del fabbricato ad una distanza dalla linea ferroviaria ancora minore di quella, già insufficiente, contenuta nel progetto approvato». Infine la questione della proprietà, visto che «…l’accesso e l’uscita carrabile dell’edificio, costituito dalle rampe per il parcheggio dell’edificio, risulta insistere – si legge ancora – su un’area che non risulterebbe nella disponibilità del committente, bensì, a detta dell’esponente, apparterrebbe al Demanio militare».