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    Scuola e Università
    2 Novembre 2011
    «Puntiamo ai corsi utili»

    NICOLACIVITAVECCHIA – Nicola Porro (Pd) non si stupisce di fronte alla decisione presa dalla Sapienza di bloccare le immatricolazioni a tutti i corsi di laurea decentrati della regione, compreso il Polo di Civitavecchia: «E’ l’effetto della scellerata politica accademica del Governo Berlusconi – dichiara – strategia orientata alla liquidazione dell’offerta decentrata che in passato ho denunciato a più riprese a partire da luglio 2008». Il leader dell’opposizione precisa come il potere di negoziazione dei sistemi locali, amministrazioni pubbliche e partner di diritto privato, sarebbe stato reso nullo da interessi che non tarderanno a manifestarsi con il prossimo anno accademico. Porro sottolinea quindi il fatto che in ambienti accademici si anniderebbe un’ostilità crescente verso le autonomie territoriali, con i vincoli previsti dalla legge 270 che aumentando i costi di gestione a carico dei partner locali avrebbero dato il colpo di grazia al Polo decentrato civitavecchiese. «Anche l’amministrazione comunale – afferma il professore – è finita sotto il fuoco amico di questo Governo. Le forme di compensazione promesse per gli studenti meno abbienti interessati ai corsi di ingegneria e un sistema di tutoraggio che dovrebbe alleggerire le conseguenze della dismissione dei corsi istituzionali – fa sapere – sono misure necessarie che però non devono esimerci da altre responsabilità, come ad esempio quella di concorrere al ridisegno di un Polo universitario territoriale integrato». Spiega ancora che occorrerebbe liberarsi dall’ossessione del corso di laurea: «Oggi si deve puntare a specializzazioni orientate al lavoro – dichiara Porro – un lavoro che sarà di qualità se integrato con i bisogni del comprensorio e garantito da un percorso formativo adeguato e versatile». Puntare quindi su master, post-lauream e laboratori scientifici più che su corsi di laurea tradizionali: «Serve rendere nitido un progetto insieme didattico, scientifico e più estensivamente culturale».