TARQUINIA – “Non sono affetta dalla sindrome di Nimby, ma un Cie a Tarquinia rischierebbe di compromettere l’equilibrio, già precario dell’economia di una città che ha tutt’altra vocazione. Intendo dire che, notoriamente la vocazione archeologica, culturale e paesaggistica di Tarquinia mal si sposano con un centro di identificazione e di espulsione di immigrati clandestini.”
Lo dice la senatrice Laura Allegrini che interviene sul caso Cie a Tarquinia, nei fabbricati della ex polveriera. “Recentemente – dice la Allegrini – i siti archeologici sono stati inseriti nel patrimonio dell’Unesco e, anche la vocazione balneare del Lido, fanno di Tarquinia un sito improponibile. Per questo motivo mi rivolgerò proprio all’Unesco affinché valutino quanto sta accadendo. Il ministero dell’Interno e il sindaco dovrebbero viceversa valutare la destinazione turistica dell’area in questione. Per capire meglio cosa sta accadendo ho rivolto una interrogazione al ministro Maroni e mi metterò in contatto con lui affinché venga personalmente a vedere se questo è, oggettivamente, un sito idoneo ad un Cia. Inoltre, come il ministro è venuto a riferire in una audizione in Commissione giustizia, i respingimenti stanno ottenendo l’effetto sperato con 15000 accessi in meno ed uno spostamento del flusso verso le coste della Grecia. Spero che queste considerazioni siano valutate come pure il fatto che non si può procedere ad una operazione simile senza il consenso dell’Amministrazione comunale”.
Proprio per questo ho proposto una interrogazione”.
L’interrogazione al ministro dell’Interno:
Premesso che:
secondo quanto riportato da notizie di stampa all’inizio dell’anno 2009, in seguito alla paventata destinazione d’uso dell’immobile ex polveriera “San Savino” di Tarquinia come centro di identificazione ed espulsione (C.I.E.), il Comune di Tarquinia avrebbe chiesto informazioni al Ministro Maroni;
il citato Ministro avrebbe assicurato ufficialmente che la realizzazione di un CIE sul territorio di Tarquinia non era prevista, motivando questa affermazione con il fatto che la legge stabilisce che ogni regione ospiti un Cie e che nella Regione Lazio il citato centro sarebbe già presente a Roma, in località Ponte Galeria;
considerato che:
secondo quanto riportato da notizie di stampa, lo scorso 21 novembre si sarebbe tenuto un incontro tra il Sindaco di Tarquinia e il Capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno durante il quale il Prefetto avrebbe confermato di aver avuto in carico dal Ministro Maroni e dal Sottosegretario Mantovano di valutare l’ipotesi di realizzazione di un centro Cie di piccole dimensioni nell’area militare “San Savino”;
nei mesi scorsi il ministero dell’Interno -che ha preso in consegna i fabbricati del dicastero della difesa- avrebbe effettuato numerosi sopralluoghi nel sopraccitato fabbricato;
preso atto che:
se tale ipotesi dovesse essere confermata l’economia e l’immagine della città di Tarquinia, città etrusca che ospita importanti siti archeologici, subirebbe un grave contraccolpo;
l’interrogante chiede al Ministro in indirizzo di sapere se corrisponda al vero tutto quanto sopra riportato e, in caso affermativo, se e quali provvedimenti urgenti intenda adottare al fine di evitare che possa sorgere un ulteriore Centro di identificazione ed espulsione nella Regione Lazio e, in particolare, a Tarquinia.

