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    2 Novembre 2011
    Licenziato sindacalista, Seport nel mirino dell’Ugl

    CIVITAVECCHIA – Ira per l’ingiusto licenziamento che ha colpito il rappresentante Ugl, Angelo Del Giudice. Alla base dell’atto messo a compimento da parte dei vertici Seport ci sarebbe un ritardo di 24 ore da parte di Del Giudice nel «consegnare il certificato medico attestante la sua impossibilità a recarsi in ufficio il giorno prima».
    Secondo il segretario dell’Ugl, Stefano Cantarini, il licenziamento sarebbe scaturito dal tesseramento al sindacato: «Una condotta inaudita e inqualificabile – ha dichiarato Cantarini – quella messa in atto dalla Seport che ha licenziato un padre di famiglia ‘‘colpevole’’ di essersi tesserato ad un’organizzazione evidentemente ‘‘non in linea’’ con le volontà di questa azienda. Una organizzazione la Ugl, è bene ricordarlo – ha continuato – che fino ad oggi aveva tenuto un atteggiamento di correttezza e collaborazione nei confronti della società, nonostante i voltafaccia e i mancati rispetti degli accordi perpetrati».
    Ormai giunti al culmine del vaso traboccante, la sigla sindacale ha deciso di trascinare davanti ad un giudice i vertici Seport: «In quella sede, oltre a restituire a Del Giudice il posto di lavoro ingiustamente tolto, verranno a galla i ‘‘modi di fare’’ dei vertici aziendali». E Cantarini parla di intimidazioni e metodi repressivi «degni del periodo moscovita più buio».
    Sono «molte le scelte industriali poco logiche e spesso non vantaggiose per l’azienda – ha detto il segretario Ugl – a cui si deve dare una risposta a cominciare dall’accettazione da parte del Ministero del Lavoro, di cui ancora non si ha traccia, della richiesta di solidarietà difensiva già applicata da mesi ai lavoratori, attraverso un criterio discutibilmente dannoso solo per le loro tasche. Criteri restrittivi – ha continuato – che invece l’azienda non applica nella gestione e nell’affidamento delle commesse». Tutti aspetti che hanno meritato una scrupolosa attenzione da parte della Ugl che «non vuole sostituirsi agli organi preposti a ciò, contrariamente – conclude – vuole tutelare tutti i lavoratori».