CIVITAVECCHIA – Omicidio questa mattina, intorno alle 8, in via Sposito, nella zona di Campo dell’Oro alta. Una zona di campagna, popolata di villette lontane dal caos del centro. Un ispettore superiore di polizia in servizio all’ufficio stranieri del commissariato di viale della Vittoria e residente in una delle villette della zona, Salvatore Morra di 46 anni, meglio conosciuto in città col nome di Paolo ha sparato, ferendo mortalmente alla gamba destra il vicino di casa, il senegalese, Cheikh Mory Diouf, venditore ambulante di 42 anni. Lo ha colpito con una rosa di pallini esplosa dal suo fucile a pompa. L’arma ha sparato due volte: la prima, forse, a terra, come dichiarato dallo stesso Morra e come dimostrerebbe l’ampia rosa di pallina, sparsi per un raggio di almeno 15 metri. Il secondo colpo ha centrato il senegalese. Un terzo colpo è rimasto in canna, nell’arma, che il poliziotto ancora stringeva in mano quando è arrivata la prima voltante della polizia, chiamata da Morra.
Gli agenti hanno cercato di tamponare la ferita, improvvisando un laccio emostatico con una cintura. Diouf ha ripreso per qualche attimo conoscenza, ma è stato impossibile fermare la copiosa emorragia e il venditore è morto dissanguato prima ancora di arrivare in ospedale. Al momento, manca ancora una spiegazione razionale per quanto accaduto e per capire se Morra abbia o meno fatto fuoco per colpire la vittima o solo per spaventarla, facendola invece finire sulla linea di tiro. «Rapporti di vicinato tesi già da tempo», secondo qualcuno che ricorda come i senegalesi, tre cugini, si fossero stabiliti in quella villetta da circa quattro mesi. «Un episodio impossibile da prevedere ed assurdo», commentano altri, a partire dai parenti della vittima. In ogni caso, stando ai fatti, quello che potrebbe sembrare un banale litigio tra dirimpettai, o un intervento per sedare una rissa tra extracomunitari, come lo avrebbe giustificato lo stesso Morra, si è trasformato in un omicidio. A casa di Diouf e nel giardino non sono state infatti trovate armi di alcun genere che avrebbero potuto giustificare un intervento del genere da parte di Morra. L’ispettore è stato trasferito in commissariato per essere interrogato dal sostituto procuratore Maria Bianca Cotronei. Poi è stato associato al carcere di Borgata Aurelia. Gli uomini del vicequestore Sergio Quarantelli, impegnati nei rilievi di rito, hanno sequestrato le armi detenute dall’omicida, compresa la Beretta d’ordinanza e la villetta dove si è consumata la tragedia.

