CIVITAVECCHIA – Le regionali giocano un brutto scherzo alla sinistra cittadina, che non esista a mostrare le proprie spaccature. Vecchi veleni e logiche ancora da chiarire sono la chiave di volta per riproporre agli elettori scenari già visti. Tanto che Enrico Luciani e il Partito democratico sono arrivati ai ferri corti, con il consigliere regionali che non avrebbe gradito certi comportamenti del soggetto politico guidato da Roberta Galletta, spiattellando il proprio punto di vista e criticando il Pd sul piano dei consensi (24% alle ultime consultazioni contro il 20% di Sinistra e libertà) e su quello della gestione dei posti di potere (Autorità portuale, Asl e Ater). Luciani fa sapere di non aver mai pensato di abbandonare Sinistra e libertà per passare all’Italia dei valori e stigmatizza «lo strapotere ingiustificato del Pd in città» invitando i ‘‘compagnucci’’ e gli altri partiti politici a guardare in casa propria e ad «occuparsi dei propri problemi». Dichiarazioni che hanno indotto gli esponenti del Pd Tiziano Cerasa e Flavio Magliani a replicare, raccomandando a Luciani di «concentrarsi sulla necessità di condurre una sana e forte politica di opposizione all’attuale maggioranza cittadina, invece di innestare contrapposizioni a sinistra che quella maggioranza possono solo oggettivamente rafforzare». Sul teorema Authority-Asl-Ater, i due spiegano: «rappresenta la ricaduta di una vasta azione politica condotta coerentemente nel tempo all’insegna di una forte cultura di governo». L’invito è quello di uscire dalla logica del ‘‘contro tutto e contro tutti a tutti i costi’’ per invocare pratiche spartitorie: «L’atteggiamento di Luciani è distruttivo, e si inserisce in quel clima di conflittualità a sinistra che ha portato alla caduta di tante giunte».
Politica
2 Novembre 2011
Luciani e il Pd ai ferri corti

