Sport
2 Novembre 2011
 Il prof Simone Fugalli assaggia il calcio che conta al Cluj

 di CIRO IMPERATO

CIVITAVECCHIA -Un assaggio di calcio che conta ha fatto venire l’acquolina in bocca a Simone Fugalli. Preparatore atletico professionista e pluriqualificato (tra i pochi con un master di caratura europea), il 36enne professore civitavecchiese, dal 10 al 14 gennaio ha messo la sua professionalità al servizio del Cluj. Il club, che i più ricorderanno come avversario della Roma in Champions League, è diventato negli ultimi anno una delle migliori realtà del calcio rumeno dandosi anche una forte impronta italiana iniziando la stagione con mister Andrea Mandorlini in panchina e con una nutrita colonia ‘‘tricolore’’ nella rosa dei giocatori.
Simone, allora, in che modo ha collaborato con il Cluj?
«Il campionato rumeno prevede una pausa di due mesi. Nel primo i giocatori godono di vacanze, il secondo è invece riservato alla ripresa atletica ed io sono stato contattato per far svolgere dei particolari test di valutazione».
Test di che genere?
«Abbiamo, e parlo al plurale perché in questa avventura sono stato accompagnato dal collega Massimo Salteri (titolare del centro Biofit di Siderno, in Calabria, ndr), effettuato dei test sulle condizioni atletiche, analizzando la fase anaerobica e quella della forza esplosiva.
Come è arrivato al Cluj?
«Mi ha contattato Paolo Potocnik, un genovese che avevo conosciuto al corso per preparatori atletici professionisti del 2004 a Lione e che è approdato al Cluj, lasciando il Brasov dopo l’avvicendamento in panchina tra Mandorlini e Monteanu. Mi ha chiesto di effettuare questi test sulla base dei quali avrebbe poi elaborato la preparazione atletica per la seconda fase della stagione».
Che ambiente ha trovato?
«Ho notato una grande professionalità ed un’organizzazione che nulla ha da invidiare alle squadre italiane ad esempio».
A proposito di italiani, nel Cluj ce ne sono parecchi.
«Sforzini è passato al Grosseto proprio nel periodo in cui ho lavorato con la squadra ma sono rimasti De Zerbi e Piccolo, con il quale abbiamo svolto anche una seduta di recupero in piscina, oltre a Bjelanovic, che per tanti anni è stato nel nostro campionato».
Come è stato accolto? Ha notato diffidenza?
«Assolutamente no, i ragazzi erano tutti a completa disposizione, è stato davvero bello lavorare con loro».
Si parla tanto di Traorè, come uomo mercato. Lo consiglierebbe ad un club italiano?
«Come Koné, anche lui di origini africane, ha delle straordinarie doti atletiche ma quella del Cluj è una rosa con tanti elementi importanti ed anche dal punto di vista tecnico ho avuto l’impressione che il livello fosse molto alto. Ce ne sono insomma tanti di giocatori da seguire».
Di recente ha anche conseguito il patentino di allenatore di Terza categoria (potrebbe allenare fino alla serie D). Spera che questa piccola parentesi possa essere il preludio ad un’avventura importante nel calcio?
«Ho studiato e mi sono specializzato per lavorare in questo ambito. Vedo tanti vecchi colleghi di corsa affermarsi e aspetto che arrivi il mio momento. Ho collaborato con Viterbese, Ostiamare, Guidonia e Civicastellana (attualmente collabora con il Corneto, ndr), ma spero di avere al più presto una chance importante».
I titoli sono dalla sua parte, ma spesso nel calcio come in tanti altri ambienti contano anche altri fattori come la fortuna e le conoscenze giuste. Simone però resta un bel modello con la sua tenacia e la voglia di migliorarsi e quando si parla di professionalità locali da valorizzare (argomento caldo in questi giorni) bisogna tenere il suo nome in forte considerazione.