di ROMINA MOSCONI
ALLUMIERE – Vento di tempesta all’Università Agraria di Allumiere che continua a perdere pezzi. Dopo l’uscita dei consilgieri Piermarini e Baldini e quella dell’assessore Superchi stavolta a dire basta è stato il vice presidente Antonio Pasquini, il quale proprio ieri ha presentato a sorpresa le sue dimissioni. «Ho rimesso l’incarico, perchè nonostante l’intenso lavoro, gli ottimi obiettivi raggiunti e i progetti programmati per il futuro, ci sono forti divergenze di attuazione programmatica – ha spiegato l’ex vicepresidente che nei giorni scorsi si è dimesso anche da coordinatore del Pd – il clima che si è creato in questi ultimi tre anni all’interno della giunta ha fatto maturare in me la sempre più forte decisione di cedere il testimone ad altri. Ringrazio i dipendenti per la professionalità e collaborazione dimostrata. Ringrazio della fiducia e del poco sostegno fin qui dimostrato dalla segreteria del Pd di Allumiere evidenziando che già da tempo è a conoscenza delle problematiche ma forse altri interessi o altri obiettivi hanno contribuito per giungere a questo punto. A tutti coloro che mi hanno votato tre anni fa, vorrei confermare con la presente che non voglio tradire la loro fiducia ma, in veste di consigliere, rafforzerò la loro voce visto che sarò meno vincolato dal sistema». Intanto, dato che non è stato ancora fatto il consiglio, il posto di Superchi non è stato ricoperto. Stando alle voci pare che il presidente Frezza stia pensando di portare a 6 il numero di assessori come vuole il nuovo Statuto sottoscritto lo scorso anno. «In questo Statuto si prevedeva l’entrata di Caravaglia e Corvi ma ancora ciò non è successo – scrivono alcuni cittadini e i consiglieri della minoranza dell’Agraria -. Sicuramente Frezza opterà per chiamare dall’esterno con la scusa di nominare dei tecnici. Certo è che, dopo aver perso per strada altri due pezzi da novanta come Superchi e Pasquini che da soli hanno ottenuto un bagno di voti alle elezioni e che in questi due mandati sono stati la roccaforte dell’Ente, dovrebbe essere ora l’occasione per fare mea culpa e verificare cosa c’è che non va e, se è necessario, resettare tutto e ricominciare per il bene dei cittadini. Forse sarebbe il caso che per onestà intellettuale il presidente si metta in discussione e si dimetta. Se la squadra è finita che senso ha continuare? Se si continuano a prendere gol perchè non cambiare l’allenatore?»

