di COSTANTINO FORNO
CIVITAVECCHIA – So che spesso i giornali hanno scritto e diffuso notizie sulle pitture di Piazza Leandra, questo ‘‘presunto’’ patrimonio culturale di Civitavecchia. Il Comune nel 2005 ha deliberato un documento per sollecitare il recupero e la valorizzazione dei dipinti ma ad oggi pare che la situazione sia rimasta inalterata nonostante impegni e interessamenti provenienti da più parti. E allora sorge spontanea una considerazione. Civitavecchia assiste a una continua dispersione e determinante perdita della propria identità, senza che nessuno intervenga seriamente per frenare tale pericolosa tendenza. Non sono stati d’aiuto i partiti politici che hanno privilegiato la vita chiusa della propria attività, protesa all’esterno soltanto per l’accaparramento di consensi contingenti e personalizzati. Gli stessi circoli e le associazioni culturali, che numerosi sono sorti in tutti questi anni, sono stati condizionati da pressioni di parte, per cui hanno talvolta operato come braccio secolare della sezione dei partiti e quindi fortemente corporativi. L’apparente vivacità della vita sociale e dei circoli culturali sembra indirizzare l’opinione pubblica alla riscoperta di Civitavecchia. Ma senza il supporto delle istituzioni ogni iniziativa, anche la più impegnativa, dura lo spazio di un mattino. Se si vuole dare credibilità alle istituzioni occorre costruire una nuova cultura del governo delle cose pubbliche: abolire la cultura dell’effimero, dare un tono alle strutture esistenti, recuperare tutti insieme quelle recuperabili, non privilegiare l’immagine anziché la sostanze delle iniziative. Tornando al tema iniziale, perché il Comune non dà corso alla sua delibera? È una questione di finanze? O ritiene inutile sostenere un’iniziativa concreta e seria per il recupero delle pitture di Piazza Leandra? Tutti i cittadini possono ribaltare l’attuale ‘‘sotto utilizzazione’’ del patrimonio locale; ma è vero che la prima e più importante mossa spetta all’amministrazione comunale.

