CIVITAVECCHIA – E’ stata interamente incentrata sull’ esame dei consulenti tecnici l’ ultima udienza dibattimentale, prima della discussione, nel processo a carico del civitavecchiese Gianfranco Bartoli, accusato di violenza sessuale su minore. A loro, infatti, il Collegio aveva affidato l’ importante compito di accertare la capacità processuale e di intendere e di volere dell’ imputato. Una valutazione che, quindi, avrebbe potuto cambiare le sorti del processo. Ma, per la dottoressa Stefania Zenobi, consulente tecnico del Tribunale, la quale ha analizzato e delineato il profilo psicologico del Bartoli, non ci sono dubbi: l’ imputato è certamente affetto da una forma di depressione ansiosa; tuttavia tale patologia, di per se, non è assolutamente in grado di inficiarne la capacità processuale e di intendere e volere. Di diverso avviso i periti nominati dal difensore Andrea Miroli, la dottoressa Francesca Parisi ed il Dottor Cristiano Caringi, i quali hanno insistito soprattutto sul fatto che l’ unico colloquio sostenuto dalla Dottoressa Zenobi, non può essere sufficiente ad approfondire la struttura cognitiva del Bartoli. Secondo gli stessi, invece, l’ imputato sarebbe affetto da una “depressione maggiore permanente”, patologia, questa, acclarata anche da altri medici psichiatri che analizzarono la persona dell’ imputato dal 1993 al 2002. Sulla base di quanto affermato il difensore ha chiesto al Collegio di disporre ulteriori approfondimenti medici per ottenere la chiarezza necessaria. Istanza, questa, rigettata dai giudici i quali hanno rinviato il processo al 19 febbraio per la requisitoria del Pm e delle parti civili. La discussione della difesa e la successiva sentenza sono previste per il 24 marzo prossimo.
Cronaca
2 Novembre 2011
"Bartoli è in grado di intendere e volere"

