Porto
2 Novembre 2011
"Commissariamento, una farsa del Governo"

CIVITAVECCHIA – «Una farsa vergognosa ed indicibile portata avanti dal Governo». Questo il pensiero del presidente della Compagnia Portuale Enrico Luciani, in merito all’ipotesi di commissariamento che aleggia sull’Authority. «Da un anno e mezzo assistiamo a questo gioco – ha spiegato – che non fa assolutamente bene al nostro scalo: quando servirebbe serenità per poter rilanciare il porto in un momento di crisi, c’è chi invece crea un clima di tensione che rischia di allontanare i traffici e interrompere bruscamente contatti in evoluzione. Servirebbe, da parte di tutti, la volontà di stringersi insieme attorno allo scalo e mi riferisco anche a chi, come Vitali, vorrebbe fare ingresso in porto ma non sa da dove si entra». Luciani si appella anche «a quelle persone intelligenti del centrodestra, affinché – ha aggiunto – capiscano che non è questa la strada da seguire; anzi, sarebbe auspicabile che proprio loro si muovano per far si, ad esempio, che possano essere sbloccati i tanto attesi fondi che il Governo tiene ancora chiusi nel cassetto e non permettono di far sviluppare il nostro porto: senza i necessari finanziamenti è impossibile fare miracoli». L’obiettivo, secondo il presidente della Cpc, è quello di fare quadrato attorno allo scalo per garantire tranquillità e certezze alle imprese, ai lavoratori e agli armatori, «a chi lavora all’interno – ha aggiunto – e per il porto». Luciani pone poi dei dubbi sulle contestazioni mosse all’attuale presidente dell’Autorità Portuale da parte del Ministero. «Si va a vedere la questione degli autisti, che credo venga presto risolta – ha spiegato – e non si vedono situazioni macroscopiche che esistono ormai da tempo nel porto; si parla di sacche di privilegi e di stipendi fantasmagorici, ma non si verifica, effettivamente, chi li ha creati e a quando risalgono». Mette in dubbio, quindi, l’obiettività Luciani e la correttezza di una simile manovra da parte del Ministero, ma anche gli attacchi del centrodestra, aggiungendo che «ad oggi i lavoratori, in un periodo già di per sè non semplice, non possono assistere a questo scontro. Perchè a rimetterci – ha chiarito – è comunque il porto e, di conseguenza, la città».