Porto
2 Novembre 2011
Serpente: «Governo e Regione puntino sul porto»

CIVITAVECCHIA – «Questo è un triplice successo: politico, commerciale e simbolico. Un risultato simile non si può improvvisare, ma si costruisce grazie a rapporti profondi e significativi improntati a una leale collaborazione come quelli che esistono tra Italia, Egitto e Siria». Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, si è espresso nei giorni scorsi a margine dell’inaugurazione a Venezia Marittima di una nuova linea di traghetto, merci e passeggeri settimanale, che ripropone un collegamento tra Venezia, l’Egitto (Alessandria) e la Siria (Tartous), ripercorrendo le rotte della ‘’Venezia da mar’’ nel Mediterraneo orientale. Iniziativa che rientra nel III Vertice Italo – Egiziano, che ha visto da parte dello stesso Ministro Galan la firma del protocollo d’intesa di Cooperazione scientifica in Agricoltura con il Ministro dell’Agricoltura e della bonifica della Terra della Repubblica Araba d’Egitto, Amin Abaza, e l’incontro, a Villa Madama, tra le delegazioni dei due Paesi. «È un successo politico – prosegue il Ministro Galan – poiché è il frutto del lavoro di alcune persone delle due sponde del Mediterraneo – tra le quali sicuramente Renato Chisso, Assessore alle Politiche della Mobilità e Infrastrutture della Regione Veneto, che è l’uomo che ha costruito più infrastrutture in Italia e del Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia Paolo Costa – che sono riusciti a costruire una nuova rotta.
È un successo commerciale perché consentirà di far giungere nel porto di Venezia i prodotti destinati per lo più nel Nord Europa, facendoli passare per il mercato ortofrutticolo di Padova per raggiungere infine paesi come Germania e Olanda. Il Golfo nel quale ci troviamo è il tratto di Mediterraneo più vicino al cuore dell’Europa ed è così che si riapriranno antiche rotte, antichi scali. È un successo inoltre simbolico perché si riapre appunto quella antica rotta che ha consentito all’Oriente e all’Occidente e alle due sponde del Mediterraneo di arricchirsi, creare profitto e allo stesso tempo cultura. Venezia ha conosciuto solo brevi periodi di decadenza e questi hanno sempre coinciso con la chiusura rispetto alle altre civiltà e al mercato. Questa tratta va nella direzione invece dell’apertura, dal momento che non è con i dazi e con il timore degli altri che si può far crescere un territorio e un paese».
Dunque, pare si sia concretizzata proprio la situazione che nei mesi scorsi il segretario generale dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Giuseppe Guacci diceva di temere di più: «Il progetto Iside – disse Guacci – è una sfida in grado di far saltare diversi equilibri nella portualità e nella logistica italiana. Gli altri non resteranno a guardare». Livorno era già in corsa, Venezia ha messo a segno il primo colpo concreto. E Civitavecchia?
«Civitavecchia deve cogliere questa ennesima opportunità di sviluppo, chiarendosi le idee con un confronto serie nell’ambito del sistema portuale e chiedendo altrettanta chiarezza al Governo ed alla Regione». Ad intervenire è il presidente della Bellettieri Sergio Serpente, che da settimane aveva lanciato l’allarme: «Già in Egitto – spiega Serpente – la delegazione veneziana era apparsa la più agguerrita e determinata a concludere gli accordi. Con la firma del ministro Galan appare poi evidente come la partita della logistica si incroci sempre di più con quella del federalismo. LaSERGIO Lega sta facendo di tutto per far crescere i porti del nord, soprattutto Venezia e Trieste, muovendosi già in un’ottica di federalismo fiscale. Creare un corridoio per l’agroalimentare dall’Egitto e dal Nord Africa, o ora anche dal Medio Oriente ed accentrare il traffico su Venezia è un grande colpo per quel porto e per tutto il Veneto ora guidato dal leghista Zaia, che non a caso si è passato il testimone con Galan al Mipa». per il federalismo. «Civitavecchia – prosegue Serpente – non deve temere questo tipo di concorrenza, che per le nostre regioni rappresenta uno stravolgimento della logistica, e quindi una forzatura, a patto che da parte del Governo stesso e della Regione Lazio ci sia la stessa volontà di valorizzare il nostro porto come ‘‘gate’’ per il centro Italia. Abbiamo il secondo mercato italiano, sul territorio insistono i principali operatori italiani della grande distribuzione dell’ortofrutta, come ad esempio Conad e Coop, c’è il Car a un’ora di camion: ci sono, insomma, tutte le condizioni per il definitivo decollo anche per l’agroalimentare. Il nodo da sciogliere a mio avviso riguarda gli armatori. A Venezia le istituzioni si sono fatte garanti di un pool in cui è entrato anche un armatore che ha creato una linea.
Noi dobbiamo proseguire sulla strada della chiarezza e della trasparenza, promuovendo la forza del porto di Civitavecchia come sistema. Le scorciatoie e le ‘‘trattative a tu per tu’’ servono a poco. Si apra un dibattito serio per capire chi vuole il progetto e chi lo può concretizzare, facendo ciascuno la propria parte nella filiera».