Porto
2 Novembre 2011
Serpente: «Prima di parlare occorre informarsi»

CIVITAVECCHIA – L’appello del presidente di Bellettieri Sergio Serpente a lasciar fuori la politica dal porto non sembra proprio essere stato recepito. Lo dimostrano i vari interventi che si sono susseguiti in questi giorni e, in modo particolare, quello del vice sindaco Enrico Zappacosta che, sollecitando l’intervento del Ministro per il commissariamento dell’Autorità Portuale, ha fatto riferimento, tra l’altro, «al traffico auto che si è pesantemente ridotto, al calo dei commerci legati all’agroalimentare, ai container che una volta passavano pieni e che invece oggi transitano vuoti per il porto».
In realtà, secondo lo stesso Serpente, Zappacosta non meriterebbe neanche una risposta, «ma quello che è stato sottolineato – ha spiegato – non sta né in cielo né in terra».
Anzi, il presidente di Bellettieri invita ad informarsi prima di ogni intervento, per sapere bene di cosa si va a parlare. «Perchè altrimenti – ha aggiunto – si rischia davvero di fare del male al porto». Per quanto riguarda il traffico delle auto, «è vero che il calo c’è – ha spiegato Serpente – ma è anche vero che, in tempi passati, non sono stati ascoltati gli operatori. In questa città, purtroppo, è mancata sempre la sinergia. Alcuni anni fa, ad esempio, sono state prese decisioni e si sono verificati cambiamenti a favore di imprese e operatori non locali che non hanno portato benefici e, soprattutto, credibilità ai locali. Oggi paghiamo queste conseguenze». E chi ne sta beneficiando sembra essere il porto di Livorno che, in questo ultimo periodo, sta cercando di riprendersi quanto tolto, e di recuperare strada proprio nei confronti di Civitavecchia.
«Livorno – ha aggiunto Serpente – si vuole riprendere le auto e la frutta; su quest’ultima stiamo tenendo, ma per le auto il porto e la città toscana hanno messo in campo una sinergia importante in grado di garantire infrastrutture a sostegno del traffico che qui non si è riusciti a fare».
Insomma, secondo Serpente oggi il porto di Civitavecchia si trova a dover far fronte alla concorrenza forte di Livorno e, per alcuni aspetti, di Napoli, all’attenzione del Governo su Venezia e soprattutto ad una Regione Lazio che non ha ancora compreso i benefici che potrebbe trarre dai suoi porti e, in particolare, da quello di Civitavecchia. In più c’è una città dove tutti parlano di tutto, si chiacchiera e si interviene anche senza conoscere bene ciò di cui si parla.
Come il caso dei container. Da fonte Assoporti nel 2008 Civitavecchia ha movimentato 25.213 teus, nel 2009 – anno peraltro della crisi – 28.575 e, nei primi sei mesi del 2010 se ne contano 23.224: dati che confermano come il porto abbia comunque affrontato la crisi meglio degli altri scali.
«Non ci sono quei dati tragici che qualcuno vuole far credere, né tantomeno c’è un porto in profonda crisi, anzi – ha spiegato Serpente – proprio nel settore dei container qualcosa si sta muovendo. Il porto sta catalizzando l’attenzione di diversi armatori, il terminalista sta operando bene».
Tanto che si sta anche sperimentando la prima linea diretta dal centro america: una linea che apre scenari nuovi per lo scalo locale abbattendo il costo del feederaggio e diminuendo i tempi di attesa, ponendo Civitavecchia al centro di un importante sistema di scambi commerciali che renderebbe protagonista l’intero centro-sud Italia.
«Questo – ha concluso Serpente – deve portarci a creare nuovo lavoro, senza concorrenza sleale ma con la collaborazione e la sinergia necessarie per rilanciarci, offrendo garanzie importanti a nuovi armatori».