logo
    Lettere
    2 Novembre 2011
    <span><font>&quot;Mi avete impedito di vendere granite col carretto parlando di intralcio al pubblico&quot;</font></span>

     “Gentilissimo Sindaco, chi Le scrive è la titolare del Caffè dei Portici (il bar ad angolo proprio sotto la Cattedrale); uso il mezzo facebook, verso il quale sono abbastanza scettica, proprio per vedere se riesco ad ottenere da Lei una risposta, pubblica o privata che sia, visto che con i mezzi che credevo più congeniali non c’è potuto essere alcun contatto con Lei.

    Le scrivo perché ho un grande dubbio e nutro la speranza che Lei possa fugarlo: ho fatto, qualche mese fa, la domanda all’Ufficio Commercio parlando con tutti gli addetti che sono lì dentro per poter portare alla Marina un bellissimo carretto per le granite (inutile sottolineare il fatto che ho tutti permessi Asl e che ogni cosa come son solita fare è a norma di legge) e venderle per strada a civitavecchiesi e non. È una idea molto carina, originale e mai vista prima qui a Civitavecchia. Cosa che invece in altre località marittime, degne di chiamarsi tali, è frequente vedere sulla passeggiata del lungomare.

    Ebbene, la risposta del suddetto ufficio è stata, testualmente, che “ci sarebbe un intralcio al pubblico”. Intralcio a cosa? Un carretto peraltro dotato di ruote e la cui funzione è quella appunto di fare avanti e indietro sul lungomare, intralcia cosa? A questo “no”, ho proposto l’alternativa di portarlo alla Marina e qui mi è stato dato un altro “no” con un a motivazione diversa, ovvero che lì non è suolo pubblico bensì demanio marittimo e al di là delle giostre non sarebbe mai stato concesso ad altri il suolo pubblico. Se avessi voluto avrei potuto vender granite sopra la trincea ferroviaria, ovvero da Largo Monsignor D’Ardia in su. Se la cosa non facesse piangere, probabilmente mi susciterebbe una risata. In mezzo al traffico col carretto a vender granite: ridicolo.

    Le mie conclusioni: Le chiedo se tutte le decine di indiani con carretti di ferro puzzolenti che vendono cose puzzolenti e che deturpano il Viale e la Marina e che fanno il tutto davanti al continuo passeggiare delle Forze dell’Ordine non intralciano il pubblico e se loro possiedono i requisiti che io non ho. E visto che credo già di sentire la risposta alle mie domande, Le chiedo: Perché loro sì e io no? Esigo una risposta.

    Seconda domanda: se mi era stato garantito che mai sarebbero stati concessi altri spazi demaniali oltre alle giostre, perché un bar del quale non faccio nomi ha potuto mettere fuori tavoli e sedie? Ci sono eccezioni che a me evidentemente sfuggono? Preciso che non è una critica verso il bar stesso, ma verso l’idea dei figli e dei figliastri.

    La saluto concludendo che io sono una ragazza civitavecchiese (evidentemente più di Lei) di 30 anni che ha investito tutti i soldi che aveva e si è indebitata fino al collo per aprire un’attività nella sua città, in un posto da voi politici civitavecchiesi completamente dimenticato: Corso Marconi. Ce la sto mettendo tutta per inventarmi cose carine e originali che facciano bene a questa città ed ogni volta ciò che ottengo è un sono NO che sa di presa in giro, almeno tanto quanto il vedere chi non possiede i requisiti necessari farle senza alcun problema. Forse l’unico problema è voler essere onesti, ma pare che con la Sua giunta tutto ciò non premi.

    La saluto e confido, nemmeno più di tanto, in una Sua risposta”.