logo
    Sport
    2 Novembre 2011
    <strong>HOCKEY</strong>. La Coppa Italia &egrave; dei Pirati Royal Bus

     di LUCA GROSSI

    CIVITAVECCHIA -La Coppa Italia dell’hockey in line per tanto tempo ha dovuto trascorrere le stagioni nelle bacheche del nord italia, ma da oggi ha una nuova casa, quella dei Pirati Royal Bus. I civitavecchiesi hanno infatti conquistato l’ambito trofeo al termine della finale di ritorno contro il Milano 24 che li ha visti primeggiare con il risultato di 7 a 4. Vista la vittoria anche nell’andata per 6 a 2, la gara del ritorno è stata solamente una conferma dei gialloblu ai pochi dubbiosi che ancora non credevano nelle potenzialità della squadra allenata da Bendula e presieduta abilmente dal presidente Calcagno. Questa affermazione gialloblu, unita al quarto posto assoluto nella Coppa Campioni di hockey, avrebbe potuto esaltare e distrarre qualsiasi atleta e quasliasi società, ma non i Pirati di Civitavecchia. Non appena la sirena avvertiva la fine delle ostilità e la vittoria del primo trofeo nazionale dei Pirati, il pensiero di tutti i giocatori andava a quel ragazzo di nome Indra Mercuri, scomparso tragicamente due anni fa in un terribile incidente stradale. Come in una famiglia sana, cosi appaiono i Pirati agli occhi di chi ha il piacere di conoscerli, nei momenti di felicità il pensiero ricorre a coloro che avrebbero voluto ma non sono potuti presenziare. Ed allora ecco che quella maglia numero 7, indossata fino qualche anno fa da Mercuri nelle gare gialloblu, issata sopra la panchina civitavecchiese nel corso di tutta la finale, valeva da sola, il senso di un gruppo che insieme ha lottato, ha perso e questa volta, invece, ha vinto. Tornando al match, i civitavecchiesi hanno letteralmente scherzato con la formazione PIRATImilanese, orfana del miglior giocatore per squalifica. Senza il bomber Bortot, i milanesi sono poca cosa, a tal punto che il presidente dei lombardi durante l’intervallo, con ancora tutto il secondo tempo da giocare, dichiarava platealmente che non c’era storia e che la vittoria sarebbe andata senza dubbio a Civitavecchia. Per quanto riguarda la gara, dopo pochi minuti di studio era l’americano Doran ad aprire le danze con un colpo violentissimo conseguente ad un ingaggio vinto. Dopo dieci minuti di stallo era allora Milano, a causa di una piccola distrazione gialloblu, a trovare il pareggio con Zanghi. Il gol dava vitalità ai padroni di casa, ci pensava allora Doran, ancora una volta, con una botta terribile da fuori area, ad insaccare l’immobile portiere del Quanta. Il gol di Doran spezzava definitivamente le gambe ai lombardi che non potevano che incassare il gol in mischia del bomber slovacco Simunek poco prima della fine del primo tempo. Nell’intervallo l’aria dismessa e rasegnata dei milanesi si scontrava con la serietà e la tensione dei Pirati ancora non sicuri, forse per l’entità dell’impresa, di poter portare a casa la vittoria finale. In particolare il giocatore Valentini (allenatore delle giovanili e secondo di Bendula) spronava i compagni a giocare semplice e a non sconcentrarsi. Dettati ascoltati dai compagni che dopo appena 39 secondi del secondo tempo trovavano nuovamente la rete con il fuoriclasse Simunek. Il bomber slovacco, che quest’estate ha tentennato nel momento del rinnovo contrattuale, deve aver scaricato la rabbia di veder alzare la stecca d’oro dei capocannonieri a Bortot, premio vinto due anni fa proprio da Simunek. Deve essere per questa ragione, infatti, se l’attaccante gialloblu si accaniva contro la difesa avversaria segnando a ripetizione tutti i power play (2 minuti con uomo in più per espulsione avversaria) a disposizione della squadra di Calcagno. A nulla servivano i gol milanesi. La festa era tutta gialloblu. Soddisfatto ed emozionato il presidente gialloblu Calcagno: «Questi ragazzi si meritano questa Coppa Italia, hanno fatto 3600 km in pochi giorni, giocato contro le migliori squadre d’Europa dimostrando di esserne all’altezza. E’ il coronamento di un sogno». L’emozione del presidente civitavecchiese dimostra chiaramente l’attaccamento che tutta la dirigenza ha avuto nei confronti di questa squadra, la cui nascita corrisponde esattamente all’arrivo dell’hocey in line a Civitavecchia: «Insieme ad alcuni miei compagni faccio parte di una parte dello zoccolo duro che ha cominciato diversi anni fa e che mai avrebbe pensato di arrivare fino a questo punto- ha affermato il portiere Costanzo – Questa vittoria va senza dubbio a Indra». Fa eco a Costanzo un altro pirata storico, lo stesso Riccardo Valentini capace di stringere i denti nonostante l’infortunio subito all’occhio destro per salvare un disco destinato in rete: « Questa vittoria è per Indra Mercuri. Nessuno di noi si è dimenticato di lui. Abbiamo giocato benissimo dall’inizio alla fine del match. La Coppa Italia non era mai andata cosi a Sud, prima della nostra vittoria solamente il nord aveva avuto il privilegio di vincerla. E’ il primo trofeo della nostra storia e siamo molto orgogliosi di quanto fatto». Nel tripudio gialloblu non poteva mancare il contributo del matador della serata Roman Simunek: «Abbiamo giocato tutti bene. Si, io ho segnato quattro volte ma non è importante chi ha fatto gol, è importante che siamo arrivati primi e che la Coppa ora viene con noi a Civitavecchia. Questa Coppa è una cosa splendida per noi».
    Ecco la formazione schierata dal coach gialloblu Stefan Bendula nella finale di ritorno: Franko, Tranquilli, Campbell, Simunek, Tonin, Fabrizi, Doran, Kucera, Cocino, Calcagno, Valentini, Sigillo, Ottino, Costanzo.