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    Sport
    2 Novembre 2011
    <strong>NUOTO</strong>. Damiano Lestingi:&nbsp;il modo sano di essere campioni <br />

     di RICCARDO VALENTINI

    CIVITAVECCHIA -Voglia di ricominciare. Dopo la delusione della scorsa stagione si apre un nuovo anno agonistico per Damiano Lestingi, tritone civitavecchiese in forza all’Aniene ma cresciuto sportivamente nella Coser. Tanti gli appuntamenti internazionali per il giovane atleta, classe ‘89, che nonostante la giovane età è già da diversi anni sulla cresta dell’onda e considerato un punto di riferimento dello sport civitavecchiese.
    Il nuotatore però ci tiene a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Dopo gli europei di Budapest ho sentito alcuni commenti che non mi sono piaciuti, non tanto dagli organi di informazione, quanto dall’opinione pubblica. Budapest era un obiettivo, è stato fallito, ma non è una tragedia. Chi fa sport sa che si può vincere e si può perdere, forse ho abituato troppo bene ma bisogna capire che a questi livelli ci si confronta con atleti di caratura internazionale e non è facile spuntarla. Spero di farne altri mille di europei, io ci sono e lo sento, il brutto risultato sarà uno stimolo in più per spingermi a fare sempre meglio». In effetti il discorso di Lestingi non fa una grinza, da quando nel 2006 disputò le sue prime gare internazionali (europei e mondiali juniores) sono passati alcuni anni in cui il tritone ha stupito tutti, vincendo gare su gare e guadagnandosi la ribalta nazionale ed internazionale. Ma in una carriera di uno sportivo si sa, le sconfitte si mettono in preventivo e trovare un’atleta perfetta in grado di vincere sempre e comunque è praticamente impossibile. Damiano nonostante la recente delusione non ha mollato di un centimetro, ciò si evince dalle sue dichiarazioni riguardanti il suo futuro: «Il nuoto è la mia vita, non riuscirei mai a stare senza. Anche nei momenti più difficili non ho mai pensato per un solo secondo all’idea di smettere e mollare tutto, per me sarebbe come smettere di respirare, è una cosa impossibile. In tanti mi hanno sottolineato che il nuoto è uno sport povero e di pensare a costruirmi un futuro, ma io non vedo perchè dovrei lasciare la cosa che più mi rende felice, anzi, sarei entusiasta di rimanere nell’ambito del nuoto, magari come allenatore, e nella mia città. Se mi si dovesse presentare una situazione nella quale dovessi scegliere fra la mia città e un’altra, sceglierei di rimanere, anche se economicamente non mi dovesse convenire. Amo la mia città e anche quando giro per il mondo dico con fierezza di essere civitavecchiese. La nostra città – continua Lestingi – è sempre stata una fucina di talenti, specie nelle discipline acquatiche, insegnare ciò che gli altri hanno insegnato a me sarebbe bellissimo». Il giovane nuotatore lancia poi un assist agli sport minori, di cui forse involontariamente si fa portabandiera: «Oggi lo sport troppo spesso si regge sul business e questo non mi piace, ci sono tante discipline anche nella nostra città che conquistano risultati eccezionali in Italia e in Europa, come i Pirati nell’hockey, la Cus Tirreno Atletica, la pallavolo e la pallanuoto, ma non hanno la giusta considerazione. Bisognerebbe dare più importanza ed attenzione a queste discipline che portano lustro alla nostra città». Ed in effetti, non si può fare a meno di notare che la costante pratica di un’attività sportiva sicuramente diminuirebbe il dilagante fenomeno del bullismo, salito alla ribalta della cronaca anche nella nostra città: «Lo sport è un ottimo mezzo per contrastare il bullismo, è sicuramente preferibile che i ragazzi spendano il loro tempo libero in piscina, o in palestra o su un campo da calcio che per strada. Lo sport è scuola di vita, ti insegna a rispettare determinate regole e allena allo spirito di sacrificio, tutta la società ne trarrebbe beneficio».
    Per Lestingi, 21 anni, sarà un anno importante nel quale dovrà combattere contro i migliori campioni del nuoto d’europa e del mondo: l’obiettivo cruciale rimane però principalmente uno, l’Olimpiade di Londra 2012, alla quale arriverà da 23enne, età considerata dagli addetti ai lavori come momento di massima espressione della vita sportiva dell’atleta. «So che a Londra avrò la migliore età per gareggiare, ma l’esperienza di quest’anno mi ha insegnato a non caricarmi troppo di aspettative. Ogni volta che scendo in acqua dò il massimo, ma qualora dovessi fallire qualche tappa non sarà un problema, ci sono problemi più seri nella vita».