Porto
2 Novembre 2011
Tra sindacati e azienda ancora nulla di fatto <br />

CIVITAVECCHIA – Sono pronti ad iniziative di protesta i sindacati in merito alla vicenda Seport se, a breve, non otterranno un incontro con l’Autorità Portuale. Oggi la riunione tra i vertici e i sindacati si è conclusa con un nulla di fatto, tanto che è stata aggiornata a giovedì pomeriggio. I vertici aziendali hanno confermato il quadro difficile, senza parlare di situazione ‘‘tragica’’ e ribadendo la necessità di ricorrere alla cassa integrazione, giudicata invece ‘‘l’anticamera dei licenziamenti’’ da parte dei sindacati. «Pensiamo possano esserci altre soluzioni – ha aggiunto Gallo – come quella della flessibilità degli orari utilizzando le unità più in estate che in inverno, per la riduzione complessiva dei costi dell’azienda. Il nostro obiettivo è la tutela del lavoro e dell’occupazione; se l’interesse della società è lo stesso siamo disposti a trovare insieme delle soluzioni tampone». E mentre i sindacati ribadiscono la volontà di incontrare anche i soci per verificare la loro disponibilità a futuri investimenti, e il presidente Garcia è stato convocato per venerdì mattina dal Sindaco per un faccia a faccia sulla società, è il Cda della azienda di interesse generale del porto, che si occupa di verde e rifiuti, a replicare a quelle che definisce «notizie non veritiere e dannose per il buon nome e la gestione della società» annunciando azioni legali «nel caso in cui – aggiungono – si possano ripresentare interventi tesi a screditare o diffamare l’operato della società che, ripetiamo, non una municipalizzata a totale partecipazione pubblica. Non è un’azienda “sull’orlo del fallimento”, ma deve fronteggiare una situazione di crisi generale: nonostante ciò le retribuzioni vengono pagate con regolarità, così come tasse, contributi, fornitori, rate di finanziamenti e mutui». Secondo quanto riportato dal Cda, inoltre, non esiste alcuna perdita di bilancio di 600 mila euro, «ma – spiegano – una flessione prevista dei ricavi del 2010, dovuta a minori commesse e alla ridotta competitività degli impianti. Pur avendo ridotto tutti i costi ipotizziamo comunque una perdita che potrà essere mitigata ricorrendo agli ammortizzati sociali. Non esiste inoltre alcuna strategia occulta per “facilitare l’ingresso in società” di altre aziende. I nostri impianti – hanno aggiunto – dal punto di vista tecnologico non consentono ad oggi una gestione efficiente ed efficace che consenta alla società di competere in termini di tariffe con altre realtà portuali nazionali ed internazionali maggiormente competitive dal punto di vista impiantistico».