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    Cultura e Spettacoli
    2 Novembre 2011
    Traiano, da applausi i ricordi di Giuseppe Ayala

    di LUCA GUERINI

    CIVITAVECCHIA – Bisognerebbe ringraziare il magistrato Ayala per averci raccontato chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed un applauso non potrà mai essere abbastanza. Come ha detto lo stesso protagonista nel corso dello spettacolo Chi ha paura muore ogni giorno andato in scena al Traiano lo scorso sabato nell’ambito del cartellone Nuove Realtà Teatrali, si tratta di un dovere morale nei confronti dei suoi amici che rimarranno nella memoria di tutti per sempre. Una vicenda che molti in platea hanno vissuto, ma da approfondire e comprendere. Soprattutto il lato umano dei due componenti del pool antimafia è venuto maggiormente alla luce grazie agli aneddoti degli scherzi di Falcone o le battute ironiche di Borsellino. Le immagini reali hanno poi fatto il resto presentando i luoghi e le persone che hanno svolto un ruolo determinante nel corso della lotta alla criminalità organizzata. Oltre allo schermo nel quale venivano proiettate interviste storiche e servizi giornalistici in scena l’albero di magnolia che ricorda Falcone davanti alla propria abitazione e tre coppie di tre sedie di diverse altezze occupate di volta in volta da Ayala e Angela Tuccia la quale invece presentava le medesime vicende in un tono distaccato e giornalistico.
    Il merito del magistrato che ha portato alla standing ovation finale è quello di rendere in un modo chiaro i successi del poAYALAol antimafia e i momenti precedenti ai due attentati. Un discorso ricco di termini giuridici, ma anche battute ironiche che hanno tenuto sempre vivo l’interesse del pubblico anche più giovane. “Io penso, e l’ esperienza me lo conferma, che i giovani abbiano un grande bisogno di riferimenti certi, puliti e solidi cui ancorare le loro scelte future. Poter dare un contributo ad un’ esigenza tanto importante mi fa sentire in dovere di non risparmiarmi. Al tempo stesso, ricevo anch’io una contropartita significativa: quella di sentirmi utile ad una nobile causa. Infondo, è la storia della mia vita! Ho sempre dato quello che potevo. Ho conseguito successi. Ho anche perso più volte. Ma non mi sento sconfitto. E perciò ho una gran voglia di continuare. Farlo nell’ interesse dei giovani mi sembra la più alta tra tutte le opzioni possibili. Eccomi!” ha commentato sul sito sito il magistrato Giuseppe Ayala.