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    Società
    2 Novembre 2011
    Un decennio da cui riemergere

    di MASSIMILIANO GRASSO

    Con questo numero CIvonline si affaccia sul suo dodicesimo anno di vita e saluta il primo decennio del ventunesimo secolo. Quasi un gioco di numeri e di parole per augurare buon anno ai nostri lettori, che vogliamo ringraziare per aver contribuito in modo determinante a fare del nostro piccolo giornale “glocal” il primo quotidiano telematico del territorio, sia per la data di nascita, ancora “nel secolo scorso”, con internet che a livello locale aveva da poco mosso i primi passi, sia per il numero sempre crescente di lettori e contatti. Dati che ci rempiono di orgoglio.

    Anche il fatto che oggi la nostra sia l’unica redazione multimediale a trecentosessanta gradi rimasta a presidiare il territorio significa qualcosa, nel bene e, soprattutto, nel male. Per Civitavecchia ed il comprensorio. Dove il tempo, a giudicare dai nomi e dai titoli delle cronache, sembra non essere trascorso, se non per qualche particolare.

    Nel 2001 al Pincio governava Tidei , che aveva appena finito di ‘‘spendersi’’ la nuova Marina, e Moscherini aspirava a diventare Presidente dell’Autorità Portuale. Oggi il Sindaco, con un’altra Marina ‘‘da bere’’ vorrebbe tornare a Molo Vespucci, mentre al deputato certo non dispiacerebbe riprendere la guida della città. In mezzo c’è stato un decennio caratterizzato dalla frattura sociale determinata dalla riconversione a carbone, dalla crescita infrastrutturale del porto in parte ‘‘sterilizzata’’ dal calo dei traffici degli ultimi anni. In generale, anni in cui il territorio ha perso tanti posti di lavoro pubblici o para-statali e, probabilmente, anche la storica occasione di riconvertire realmente la propria economia verso portualità, logistica e servizi e di far crescere, contestualmente, una classe politica e dirigente rimasta divisa e soffocata da due soli nomi: Moscherini e Tidei. Che indubbiamente sono emersi per essere i più capaci. Ma che, oltre alle rispettive realizzazioni, che pure ci sono state e sono innegabili, soprattutto in porto, lasciano soprattutto una intera città etichettata e divisa tra i moderni Montecchi e Capuleti. Senza però che ci sia alcun ‘‘amore’’ da salvare, se non quello per il potere.
    In mezzo, dunque, resta una città che si è affacciata al terzo millennio con le sue enormi potenzialità in gran parte rimaste tali: basti pensare alle terme, il pallino principale di ogni amministrazione da trent’anni a questa parte. Ebbene, se ne parlerà ancora nel prossimo decennio. Come la grande occasione di sviluppo e occupazione. Le stesse parole utilizzate al momento di ‘‘convincere’’ il popolo ad accettare la riconversione di Tvn. E prima ancora la sua stessa realizzazione. Speriamo, ma la melodia risuona già nelle nostre orecchie, che non si debba ascoltare di nuovo questo ritornello ora che c’è da sistemare rifiuti e cdr.
    Buon decennio a tutti, sperando che il primo regalo sia una nomina azzeccata, per la città, alla guida del porto, che da Traiano in poi, rimane, concretamente, il primo vero fulcro di crescita del territorio.