CIVITAVECCHIA – C’è chi è arrivato a casa in tre, quattro o addirittura cinque ore, avendo sulle spalle una lunga giornata di lavoro o di studio. Una tratta infinita, quella tra Roma e Civitavecchia, per i pendolari che ieri pomeriggio sono stati protagonisti dell’ennesima odissea. Settanta chilometri interminabili. La caduta della “linea aerea” tra Roma Aurelia e Maccarese ha costretto i treni a camminare su un unico binario a senso alternato, causando notevoli disagi. Treni soppressi, come il 17.39 e il 18.39, ritardi colossali «tra 85 e 143 minuti di ritardo come riportava il servizio online Viaggiatreno» ha spiegato Massimo, uno dei pendolari arrivato a casa in 2 ore e 20 minuti. «Migliaia di pendolari fermi, per ore, in attesa di un treno che non arriva – ha raccontato la coordinatrice politica di Freedom Fabiana Attig – Trenitalia che fornisce, col contagocce e dopo tantissimo tempo, notizie scarne e contraddittorie. Un servizio scadente, indegno di una regione come la nostra. Questo è quanto accaduto». Il sito internet del comitato pendolari Civitavecchia è stato preso d’assalto, con collegamenti via telefono cellulare per avere notizie ed informazioni. «Il treno dove viaggiava mia sorella – si legge nell’intervento di Maurizio – è stato fermo 90 minuti a San Pietro altri 40 ad Aurelia, poi ancora bloccato a Maccarese: una situazione da guerra civile, anche per il classico gioco perverso di precedenze alla cieca che va sempre e solo a penalizzare i pendolari». «Tanto che – ha aggiunto Attig – alle 19 alla stazione di Trastevere, i pendolari si sono visti transitare davanti l’Intercity diretto a Civitavecchia completamente vuoto». Freedom torna a chiedere quindi le dimissioni dei vertici delle Ferrovie.
Società
2 Novembre 2011
Un viaggio lungo oltre tre ore

