logo
    Società
    2 Novembre 2011
    Viale Adige, i residenti criticano il silenzio delle istituzioni

    CIVITAVECCHIA – “Quando abbiamo letto, all’inizio della settimana, che la concessione edilizia di via Adige era finita sotto la lente della Procura, non sapevamo se esprimere soddisfazione per il fatto che finalmente qualcosa si fosse mosso oppure rabbia per gli 8 mesi di attesa dalla nostra prima denuncia sul costruendo fabbricato di via Adige, arrivato nel frattempo al 3° piano. Perché correre il rischio, o la certezza, che si ripetano verosimilmente le vicissitudini di Piazza XXIV Maggio o di Via Pinelli?”. Se lo chiedono i residenti dell’area di viale Adige, che criticano il silenzio delle istituzioni sulla vicenda. “Purtroppo – spiegano – la Procura della Repubblica è un’istituzione che non prevede confronti con chi propone istanze.
    Eppure il disappunto maggiore proviene, in tutta questa vicenda, dalla figura del Difensore civico. Nonostante, infatti, lo avessimo investito ufficialmente con una nota del 26 novembre in cui si segnalava il mancato riscontro ad una Petizione, sottoscritta da 200 residenti della zona indirizzata sia al Sindaco che all’Assessore nonché al dirigente, a tutt’oggi nulla è pervenuto. Ci poniamo in definitiva un quesito: perché continuare a pagare con i nostri soldi chi non fa il proprio mestiere e che è stato istituito proprio per intervenire nel momento in cui i cittadini ravvisino mancate risposte alle proprie richieste o omissioni da parte dell’Amministrazione comunale? Dobbiamo forse ritenere giustificata la scelta del governo di eliminare tale figura istituzionale non tanto per contenere la spesa pubblica quanto per la clamorosa inefficacia e inattività di questo ufficio? Per non parlare poi della Presidente della Regione impegnata con “Città nuove”. Uno slogan politico poco originale che vorrebbe trasmettere un messaggio di cambiamento e di innovazione ma che la Regione, o meglio i soggetti della Regione investiti con la nota del 30 novembre scorso, tradiscono con l’assenza di fatti concreti e con la lontananza dai criteri minimi di efficienza attesi dai cittadini. Nel caso di via Adige non si comprende come si possa assistere al progressivo innalzamento della struttura dell’edificio, mentre i nostri diritti e la nostra forma di difesa sono sempre più calpestati. Perché si deve realizzare una volumetria quando è stata esaurita quella della sottozona? Perché deve peggiorare la qualità della vita dei residenti, e non solo, per la già insufficiente dotazione degli standard di parcheggio e l’assenza completa di verde nella sottozona in questione? Perché il Sindaco ha cambiato opinione sulla inedificabilità dell’area, concedendo al costruttore cubature in altra zona? Qualcuno dalla Procura, dal Pincio, dalla Regione risponderà? O continuerà il silenzio?”