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    Lettere
    30 Novembre 2011
    Adamo ed Eva e dintorni

    Caro Sig. Giancarlo De Gennaro, la ringrazio perchè la sua lettera ci porta a riflettere su temi fondamentali per l’uomo : il mistero dell’esistenza, le nostre origini, la fede in Dio. Le domande, certo gustose ed interessanti che si è posto, richiedono risposte. Tenterò di presentare modeste darle, nei limiti del buon senso ed alla luce della rivelazione cristiana, nella consapevolezza che nessuno può avere in mano la certezza della verità e nella consapevolezza che si tratta di riflessioni. Cominciamo dal primo quesito. Di chi si occupava Dio 70 milioni di anni fa quando la terra era dominata dai dinosauri e l’uomo non esisteva? Direi che un Dio, data la sua natura, non aveva né ha bisogno di occuparsi necessariamente di qualcosa o di qualcuno, come non necessita di compagnia o distrazioni : in pratica “basta a se stesso”, altrimenti che Dio sarebbe? Semplicemente, forse, preparava qualcosa di bello, attraverso la creazione dell’universo, per delle creature che potevano comprenderlo. Per quanto riguarda poi i tempi, bisogna tener presente che “davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo “ (seconda lettera di San Pietro, 3,8), per cui un secondo, un milione od un miliardo di anni, davanti a Dio, l’Eterno, sono la stessa cosa, perchè si trova in una dimensione che prescinde dal tempo. Con la creazione dell’uomo, tuttavia, Dio ha voluto rendere l’umanità partecipe del suo bene e dell’eternità. Per quanto riguarda la teoria dell’evoluzione della specie, essa ( riguardando appunto l’evoluzione e non la creazione delle cose ) è compatibile con l’insegnamento cristiano. Già nel 1950, una enciclica di Pio XII, l’Humani generis, riconosceva autoritativamente la possibilità di un evoluzionismo teistico-finalistico anche totale, fino alla formazione dello stesso corpo umano, riservando la creazione dell’anima direttamente a Dio. E’ necessario fare qui un distinguo tra il significato delle due parole “Evoluzione” e “Creazione”. Mentre per evoluzione in biologia s’intende, in sintesi, il mutamento e la selezione di una specie al fine di adattarsi ad un certo habitat, per creazione intendiamo un atto creativo, diretto, che da origine alle cose dal NULLA. Mentre l’uomo è in grado di trasformare la materia, la caratteristica di un Dio è che la crea dal niente. Un esempio banale. Prendiamo un fornaio. Impasta due elementi, farina ed acqua, per fare il pane. Trasforma degli elementi, ma non li ha creati lui. Così anche gli scienziati. Intervengono sulla materia trasformandola. Agiscono anche sugli atomi e sulle sue particelle, ma non sono in grado di crearle dal NULLA. Trasformano,impastano (come il fornaio), ma non creano. Se li metti in laboratorio senza nulla, nulla creano. Anche per gli embrioni che producono (per così dire) in laboratorio, si servono di elementi già pronti : spermatozoi e cellula uovo. Così anche per l’evoluzione della specie. Qualcuno ha creato tutti gli elementi, ha fornito “acqua e farina”, per fare l’universo e per impastare l’uomo. Passando certo per la catena dell’evoluzione, degli ominidi, ecc. Ma allora, a fronte di una evoluzione scritta nelle leggi naturali, dove si verifica ancora la potenza creatrice di Dio ? Per quanto riguarda l’uomo, a mio modesto avviso, nella creazione di un’anima immortale, che Egli ha conferito ad un appartenente alla famiglia umana, in un certo momento della sua evoluzione. Per questo motivo, credo che la Chiesa non abbia difficoltà a riconoscere la teoria dell’evoluzionismo, che riguarda la trasformazione di organismi biologici, al fine di adattarsi ad un certo habitat. Piuttosto c’è da ammirare questo prodigioso meccanismo, scritto nelle infinite eliche del DNA, che consente l’adattamento di un organismo attraverso la sua trasformazione, e quindi la prosecuzione della vita. Si tratta comunque di considerazioni che rimandano naturalmente all’esistenza di Dio, la cui prerogativa è appunto quella di creare dal nulla tutte le cose, ordinandole al fine della nostra salvezza. Del resto se dal brodo primordiale degli elementi è scaturita la vita e tutte le sue meraviglie, è ben difficile che tutto ciò sia frutto del caso e prescinda da un preciso progetto. Lo stesso
    Newton, vedendo la perfezione dell’universo e le leggi ordinate che lo regolano, affermava che con la legge di gravitazione universale, l’universo appariva come un grande orologio e Dio ne era il suo orologiaio. Per contro, se noi mettiamo rotelle, ingranaggi di un orologio in un pentolino e lo agitiamo, vediamo che il caso non riuscirà mai a comporre l’orologio. Ci vuole l’Orologiaio.

    Fausto De Martis