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    Sanità
    30 Novembre 2011
    «Rischio chiusura per Pediatria»

    CIVITAVECCHIA – Il reparto di Pediatria dell’ospedale San Paolo potrebbe chiudere o subire un drastico ridimensionamento: sono queste le voci che circolano sempre più frequentemente in città. Allarmato, il segretario federale della Fiamma Tricolore Gabriele Pedrini ha chiesto chiarimenti alla Asl RmF e, dopo aver ricordato la delicatezza del settore sanità che dovrebbe rimanere estraneo ad aride leggi economiche, ha commentato: «Se la misura di cui si chiacchiera dovesse nascere da un’analisi relativa alla media delle presenze di piccoli degenti nel reparto, vale la pena ricordare che le statistiche ‘‘appiattiscono’’ qualsiasi “picco”, compresi quelli relativi alle degenze ospedaliere in concomitanza con il verificarsi di eventi epidemici frequentissimi nel periodo neonatale ed anche dopo. Stanti le attuali capacità ricettive del reparto esso richiederebbe l’incremento di ulteriori posti letto, da un minimo di 10 ad un massimo di 12 in circostanze di crisi; figuriamoci a seguito di una sua chiusura o riduzione». Pedrini ha anche sottolineato che, inoltre, non sarebbe accettabile far sostare i bambini nei locali del Primo Soccorso in attesa di essere smistati in altri ospedali. L’esponente politico ha poi concluso citando le voci che darebbero per probabile l’imminente nascita di un complesso sanitario pediatrico privato nel comprensorio cittadino, dichiarando che «allora la questione assumerebbe contorni veramente poco edificanti». Ma, a quanto pare, il taglio di posti letto dipende proprio dal decreto 80 della presidente Polverini che va a riorganizzare la sanità dell’intera Regione Lazio. Nel decreto, per il San Paolo, si passerebbe da 180 posti letto attuali a 214, con tagli, è vero, su neonatologia (che perde i 4 posti attuali) e pediatria (che passa da 9 a 4) «ma – spiegano – con un incremento in altri reparti. D’altronde le patologie cambiano e si possono curare in modo diverso; il ridimensionamento è frutto di un ragionamento complesso, studiato sui bisogni della popolazione e l’obiettivo è migliorare l’efficienza e la risposta della sanità pubblica».