di GAIA SALADINI
CIVITAVECCHIA – Proseguono le polemiche sul caro-mensa. Questa volta sotto la lente di ingrandimento ci sarebbero alcuni dati riguardanti il numero delle domande di richiesta del servizio da parte delle famiglie che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero portare ad un ritardo o ad una totale soppressione del servizio. Infatti, secondo i primi dati, le famiglie che avrebbero regolarmente compilato il modulo della domanda risulterebero essere solo 246 (contro i potenziali 2.500 utenti) e, di queste, solo 5 nuclei risulterebbero appartenere alle ‘‘fasce paganti’’. Patrizio De Felici, segretario del Pd, dopo aver sollevato la questione, ha commentato: «Gli scriteriati aumenti delle rette decretati pochi mesi fa hanno condotto la quasi totalità delle famiglie a non usufruire di un servizio pubblico essenziale. Un esito facilmente prevedibile perché è impensabile che si debba pagare fino a mille euro all’anno per i pasti di un bambino di quattro anni che viene quasi raddoppiato se si hanno due figli. Proprio perché siamo consapevoli delle enormi difficoltà economiche delle famiglie di Civitavecchia – ha continuato il segretario – a suo tempo abbiamo proposto all’assessore Vinaccia interventi volti a mitigare l’impatto della spesa: introduzione dei buoni pasto, una diminuzione del trenta per cento delle tariffe, una maggiore rateizzazione della retta, solo per fare qualche esempio. Come al solito l’Amministrazione è stata sorda ai nostri suggerimenti e questo è il risultato: una protesta generalizzata dell’utenza». De Felici ha poi proseguito ribadendo all’amministrazione comunale la necessità di una completa revisione del bando che decreta le nuove rette e ha concluso l’attacco chiedendo le dimissioni dell’assessore Gino Vinaccia.
Immediata la replica dell’assessorato alla Pubblica Istruzione, che ha ricordato la provvisorietà di questi dati e ha spiegato che le domande attualmente pervenute all’assessorato per usufruire del servizio mensa scolastica, considerato il mese estivo di agosto, sono in totale 246, ma questo numero sarebbe ben superiore rispetto alle 100 domande dell’anno 2010, arrivate sempre nel periodo estivo. L’sssessorato ha per questo concluso: «Prima di effettuare analisi o innestare polemiche oppure allarmismi di sorta su possibili ricadute negative sul servizio erogato, sarebbe preferibile attendere la scadenza del termine per la presentazione delle istanze, previsto per il prossimo 16 settembre».


