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    Speciale medicina
    25 Marzo 2012
    Tonsille: quando toglierle?

     

    di DANTE MARIA CALIENTO
    Le tonsille palatine, questo è il loro vero nome, sono due piccoli organi con forma di mandorla e lunghezza di circa 2-2.5 cm. formati da tessuto linfatico ed accolti nelle fosse tonsillari. Insieme alle tonsille laringee, alle linguali, alle tubariche ed alle faringee (adenoidi) costituiscono l’anello linfatico di Waldeyer che svolge funzioni difensive nel primo tratto delle vie digestive ed aeree.  Nel caso le tonsille si ammalino queste vengono meno non solo al loro compito abituale ma possono oltretutto rappresentare un pericoloso serbatoio di infezione. La tonsillite, patologia molto comune nell’infanzia soprattutto tra i 4 e gli 8 anni, è determinata da una infezione delle tonsille virale (caratterizzata da febbre che dura 1-2 giorni, modesto arrossamento della gola senza presenza di placche e senza tumefazioni cervicali) o batterica (caratterizzata da febbre che dura 4-5 giorni, mal di gola, presenza di placche biancastre, aumento della VES e della PRC, deglutizione dolorosa, arrossamento tonsillare e tumefazione dei linfonodi del collo). Se gli episodi sono sporadici, tonsillite acuta, si può ricorrere alla terapia antibiotica mentre in caso di episodi ricorrenti, tonsillite cronica, sarà necessario rivolgersi ad uno specialista Otorinolaringoiatra che, in accordo con il pediatra, valuterà il modo migliore per risolvere il problema (cicli mirati di terapia antibiotica oppure asportazione chirurgica delle tonsille). Dopo un certo numero di infezioni tonsillari batteriche il bambino dovrà esser sottoposto ad esami del sangue specifici (emocromo, VES, TAS, PCR e streptozyme-test) e ad un tampone faringeo.
    In passato l’approccio chirurgico per risolvere il problema era molto più frequente rispetto al presente infatti di recente è stata creata una linea guida italiana sulle nuove indicazioni di quando e come è appropriato togliere le tonsille. Il documento è stato stilato da pediatri ed otorinolaringoiatri, con l’ausilio dell’ Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio, che ha fissato a tre le condizioni necessarie per intervenire :                                                               
    1. Quando nei bambini le tonsille sono talmente ingrossate da impedire la normale deglutizione e/o respirazione con sindrome dell’apnea ostruttiva nei quali il flusso respiratorio può ridursi o interrompersi durante il sonno a causa del restringimento dello spazio faringeo ( in questi la tonsillectomia è consigliabile sulla base di criteri clinici come sonno molto disturbato, russamento intenso e sonnolenza diurna; sulla base dei risultati di esami strumentali quali polisonnografia e fibroendoscopia trans nasale; sulla base di esami di laboratorio come la percentuale di saturazione dell’emoglobina. Tutti questi consentono di stabilire la gravità della condizione).
    2. Quando gli episodi di tonsillite si ripetono 5 o più volte all’anno, se i sintomi sono di gravità tale da interferire con le normali attività quotidiane (scuola) e se perdurano da almeno 12 mesi; deve comunque essere preceduta da altri 6 mesi di osservazione. L’indicazione all’intervento può essere più elastica in presenza di condizioni patologiche associate (infiammazione persistente dei linfonodi del collo anche dopo terapia antibiotica, ascesso peritonsillare, convulsioni febbrili, malformazioni dell’apparato respiratorio o cardiovascolare, malattie croniche).
    3. Quando segni o sintomi inducano il sospetto di una neoplasia maligna tonsillare oppure del collo o del capo.
    Solitamente l’intervento viene eseguito in Day Hospital con pernottamento del paziente ed anestesia generale inalatoria associata alla somministrazione di farmaci oppioidi (prevengono l’agitazione al risveglio). E’ sempre consigliata l’asportazione bilaterale e completa delle tonsille. Come antidolorifico viene utilizzato il paracetamolo. La convalescenza dura solitamente una decina di giorni durante i quali il bambino inizierà gradualmente ad alimentarsi (si comincerà da alimenti freddi e liquidi come il gelato per poi passare al semolino tiepido, alle minestrine, alle verdure ed infine arrivare ad un alimentazione normale) e ad uscire di casa. La terapia con antibiotici ad ampio spettro verrà proseguita per alcuni giorni dopo la terapia.                                  La tonsillectomia resta di fatto, associata o meno all’adenoidectomia, il trattamento chirurgico in assoluto più praticato in età pediatrica.