di SONIA BERTINO
Rischio occupazionale per i dipendenti delle farmacie. L’ennesima stangata arriva dalla spending review sulla farmaceutica contenuta nel decreto legge approvato dal Governo Monti. Con misure «inique e insostenibili» come afferma in una nota Federfarma. E a pensarlo è anche il presidente della Confcommercio locale Vincenzo Palombo: «Il settore farmaceutico ha già subito gli effetti negativi del decreto crescitalia che ha fortemente inciso sulla gestione. Ora, se lo Stato prosegue con questa continua mannaia e non rispetta la convenzione, ritardando i pagamenti alle farmacie, – spiega Palombo – saremo costretti a tagliare le spese per non finire sul lastrico». Le nuove misure infatti, come spiega anche Federfarma aggraverebbero la situazione economica delle farmacie, già compromessa a seguito dei continui tagli operati, che hanno portato a zero la redditività sui medicinali forniti ai cittadini in regime di Ssn. Nella spending review è infatti previsto un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie praticano nei confronti del servizio sanitario naizonale, che così passa dall’1,82% al 3,85% ed è variabile, a partire dall’entrata in vigore del decreto, per il 2012, 2013 e 2014. Per gli anni successivi la revisione della spesa viene operata tramite una redifinizione delle regole che prevedono un tetto di spesa sia per la farmaceutica convenzionata territoriale che per la farmaceutica ospedaliera, passando così dall’attuale 13,3% all’11,5%. Insomma, le farmacie saranno obbligate a spendere meno. Per farlo devono tagliare. E tra le tasse (obbligatorie da pagare) il mutuo dei locali acquistati per praticare la professione (anch’esso obbligatorio) e gli stipendi dei dipendenti è chiaro che si cercherà di ridimensionare proprio quest’ultima voce. «In Italia ci sono 14 mila farmacie – spiega Palombo – è probabile che almeno un dipendente per farmacia sarà licenziato» per un totale di 10 mila disoccupati. L’allarme occupazione è servito.

