di MARIASSUNTA COZZOLINO
Nella Gazzetta Ufficiale n. 171 del 24 luglio scorso è stata pubblicata la Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2012 dal titolo ‘Determinazione dei criteri per il riordino delle Province, a norma dell’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95’. Si tratta di un provvedimento con il quale il Governo – «anche al fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei e necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio e considerata altresì la necessità di favorire il conseguimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica» – dà attuazione all’art. 17 del D.L. 92/2012 sulla ‘spending review’ che stabilisce i criteri per la soppressione e la razionalizzazione (riduzione ed accorpamento) delle amministrazioni provinciali e loro funzioni. Ecco i criteri ed i requisiti minimi che dovranno possedere i nuovi enti: 1) dimensione territoriale (non inferiore a 2500 chilomentri quadrati); 2) popolazione residente (non inferiore a 350mila abitanti). Nei rispetto dei parametri di cui sopra, i piani di riordino proposti dalle Province interessate devono tener conto delle eventuali iniziative comunali dirette alla modificazione delle circoscrizioni provinciali. Tale riordino, tuttavia, non può comportare l’accorpamento delle Province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, le quali – ai sensi dell’articolo 18, comma 1, del D.L. 92/2012 e con le modalità e i tempi ivi indicati – sono soppresse con contestuale istituzione delle relative Città Metropolitane. In esito al riordino: a) le denominazioni delle ‘nuove’ Province sono stabilite nell’ambito delle medesime iniziative di riordino; b) assume il ruolo di comune capoluogo delle singole Province il comune gia’ capoluogo delle Province oggetto di riordino con maggior popolazione residente. La deliberazione governativa prevede, altresì, la trasmissione del provvedimento medesimo al Consiglio delle Autonomie Locali (C.A.L.), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali ovvero – in mancanza – all’organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali. Questi organismi dovranno poi deliberare entro 40 giorni un piano di riduzioni e accorpamenti relativo alle Province ubicate nel territorio della rispettiva regione da inviare entro cinque giorni al Governo che acquisirà entro i successivi dieci giorni il parere di ciascuna Regione interessata. La proposta finale sarà, dunque, trasmessa, da C.A.L. e Regioni interessate al Governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle Province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura. Le nuove Province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità: le altre competenze finora esercitate dalle Province verranno invece devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto “Salva-Italia”. Per maggiori dettagli, si rinvia al testo ufficiale: http://bit.ly/PQmFKP

