CIVITAVECCHIA – Non sarà Tarquinia a veder sorgere il nuovo scalo aeroportuale del Lazio, né tanto meno Frosinone, Latina o Guidonia. Ad uscire vincitrice dalla corsa per la localizzazione del terzo aeroporto della Regione è stata la città di Viterbo. Lo hanno comunicato in una conferenza stampa il ministro ai Trasporti Alessandro Bianchi e il presidente della Regione Piero Marrazzo, suscitando immediate reazioni in tutto il mondo politico e istituzionale del Lazio e non solo. C’è infatti chi ha accolto la notizia con entusiasmo e invece chi si è detto contrariato per la scelta fatta dal ministro.
Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia, una delle città uscite sconfitte dalla gara per la realizzazione del nuovo aeroporto, ha affermato di essere pienamente soddisfatto della scelta di Viterbo «perché lo scalo sorgerà in ogni caso nella nostra provincia, piuttosto che a Latina o chissà dove. Per quanto riguarda Tarquinia il discorso è diverso, poiché la mia idea – afferma Mazzola – prevede un aeroporto più piccolo che sia consono alla mia città e all’ambiente. Uno scalo per aerei ed elicotteri con 7-10 posti al massimo che, per la sua vicinanza alle saline, al mare e a Roma, sia funzionale al trasporto di turisti e merci verso la capitale, in soli 40 minuti, una sorta di aeroporto-taxi per non rimanere imbottigliati all’Urbe o a Fiumicino».
Di tutt’altro segno la reazione del sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini per il quale la scelta di Viterbo è «l’ennesimo annuncio di un’infrastruttura che servirà a poco o a niente e che è destinata a rientrare nei cassetti dai quali è uscita. La mia non è cattiveria – prosegue – né partigianeria, ma ormai è tempo di fare le infrastrutture là dove servono e non dove ci sono padrini politici». Per Moscherini Tarquinia sarebbe stata la scelta ideale in quanto «è l’unica vera location che risponde ad una logica intermodale e multimodale per i voli low cost e per la delocalizzazione di attività da Ciampino. Inoltre a Tarquinia – aggiunge il sindaco di Civitavecchia, che promette di proseguire la propria battaglia a favore della cittadina etrusca – l’aeroporto è gia esistente, per quanto sotto l’erba, ma dismesso, al contrario di quello di Viterbo che è ancora militare e per il quale andranno avviate delle lunghe procedure per la dismissione». Moscherini infine pone il problema dei collegamenti: «Viterbo non è ben collegata con Roma, con le reti di trasporto e con le grandi infrastrutture. E questo lo sanno tutti a partire dai promotori».
Decisamente più ottimista è apparso il presidente dell’Autorità portuale Fabio Ciani per il quale la scelta di Viterbo fornirà «un’opportunità per l’economia di tutto l’Alto Lazio, un’occasione ulteriore di sviluppo per il territorio che probabilmente produrrà un primo effetto nella realizzazione o nel completamento delle infrastrutture necessarie a collegare adeguatamente Viterbo e Roma. Penso alla ferrovia e alla messa in sicurezza della Cassia. Per il porto di Civitavecchia ed il suo indotto economico – conclude Ciani – sarà molto importante avere due aeroporti internazionali raggiungibili in meno di un’ora». Anche il sindaco di Roma Walter Veltroni ha indicato come necessaria la realizzazione di infrastrutture che colleghino Viterbo a Roma: «Il collegamento su ferro con la capitale – ha detto – è un’esigenza irrinunciabile se vogliamo garantire che milioni di passeggeri attesi sullo scalo di Viterbo possano raggiungere la loro meta principale in un tempo contenuto e senza un impatto significativo su traffico e inquinamento».
(S.Car.)
Economia e Lavoro
22 Aprile 2013
Aeroporto, Viterbo batte Latina

