Stefano Palmeri
Esponente P.D.
Caro Direttore, nelle pagine del suo giornale ho trovato grande risalto all’accordo tra la Chiquita e la Cfft. A Tal proposito vorrei dichiarare tutto il mio sconforto oltre alla preoccupazione per tale accordo. Mi meraviglio che dirigenti e top manager o presunti tali, non siano informati né tanto meno siano a conoscenza di finanza ed imprenditoria internazionale dato che con i traffici portuali si tratta più con l’estero che con l’Italia. Addirittura bastava loro leggere ‘‘IlSole-24Ore’’ di venerdì 16 novembre. ‘‘IlSole-24Ore’’ infatti, e lo dico ai top manager, è un giornale appunto di finanza ed imprenditoria in lingua italiana e facilmente acquistabile in edicola. Infatti alla pagina 3 in primo piano vi riporta un articolo che si riferisce ad una causa in atto tra appunto la Chiquita e le famiglie colombiane per torture ed assassinio nei confronti della popolazione. Nell’articolo la multinazionale delle banane ha anche ammesso di finanziare il terrorismo attraverso fondi di protezione destinati all’organizzazione terrorista Auc. Sono pertanto esterrefatto che il nostro porto e le aziende che lavorano all’interno dello scalo possano fare affari con finanziatori di terrorismo accusati da 4000 famiglie di omicidio e tortura.
Risponde
Sergio Serpente
Presidente Bellettieri
La Chiquita è un nome conosciuto, serio e consolidato nel mondo delle multinazionali, un’azienda di punta a livello internazionale con cui concludere affari. Il porto di Civitavecchia è una piattaforma logistica per i traffici commerciali mondiali e non sta a noi, in questo senso, puntare il dito contro una multinazionale come Chiquita. Mi fanno sorridere le affermazioni di questi politici locali, come Palmeri, purtroppo questa è Civitavecchia. Piuttosto mi sarei aspettato un plauso da parte della classe politica cittadina per l’affare che abbiamo concluso con Chiquita.


