Politica
22 Aprile 2013
Etruria, la maggioranza vuole vendere il 15%

È scontro sul futuro di Etruria Servizi. Proprio sul destino della municipalizzata si è infatti concentrato il dibattito nel corso del consiglio comunale aperto di questa sera, chiesto dalle opposizioni. La seduta si è aperta con le critiche di Marco Piendibene alla maggioranza, che, vista l’importanza del tema e la particolare situazione della Spa, «ha mantenuto – ha detto – un atteggiamento bizzarro e sconcertante, attendendo che fosse l’opposizione a sollevare il problema, invece di consentire subito all’assise di discutere di Etruria Servizi». Ma i nodi principali sono giunti dall’intervento del neopresidente di Etruria, Primo Petronilli, che ha di fatto ribadito il no alla privatizzazione dell’azienda, sottolineando però come su questo argomento occorra scindere il patrimonio pubblico, che non può essere svenduto, dalla gestione dei servizi «per i quali invece si possono costituire società di scopo, che possono invece parzialmente vendute a privati». Ferma invece la richiesta di maggiori poteri per i rappresentanti del socio «perché nel cda – ha detto – devono risiedere gli strumenti di controllo da parte del Comune». Duri invece i sindacati, che con Franco D’Angelo (Cgil), ha condannato la precedente amministrazione di Etruria, sottolineando come dalla gestione del centro destra a quella commissariale, le cose non siano poi cambiate molto. Più pesante invece l’intervento di Flavio Zeppa, della Rdb, che si è detto ancora in attesa dell’annullamento dell’esternalizzazione delle farmacie, promesso dal sindaco, ed ha condannato la criminalizzazione dei lavoratori di Etruria, riversando le responsabilità delle inefficienze sulla mancanza di un piano industriale. D’accordo con lui Marco Di Gennaro, che con tono netto ha detto che le colpe dell’attuale situazione di Etruria vanno ricercate nella politica clientelare che da sempre ha accompagnato l’azienda e nella mancanza di accordi certi tra il Comune e la Spa. «Oltre ai tanti altri servizi in perdita per il Pincio – ha detto Di Gennaro – affidati all’azienda senza una contropartita adeguata, causando così le perdite, che non sono del settore rifiuti, che anzi è in attivo». Polemico anche Vinaccia, secondo il quale la pessima immagine di cui gode Etruria dipende anche dalla cattiva gestione del personale, «tanto che spesso viene promosso chi non lavora, come avvenuto qualche settimana fa con un funzionario, sospeso dal lavoro per 10 giorni e poi promosso dirigente». Al termine del dibattito (terminato troppo tardi perché si potesse darne conto integralmente), era prevista la votazione sull’unico ordine del giorno presentato, nel quale si impone alla giunta, oltre che una modifica dello statuto, anche la ricapitalizzazione della società e l’ingresso di denaro fresco e dunque nuovi soci fino ad un massimo del 15% del capitale