Politica
22 Aprile 2013
Frascarelli in ''crisi'', minacce a Fiorentini

Diciassette consiglieri comunali, di cui ben cinque della maggioranza uscita dalle urne, hanno firmato le proprie dimissioni, sfiduciando il Sindaco Saladini, che al momento può restare al suo posto per l’improvvisa ‘‘crisi di coscienza’’ notturna di uno dei dissidenti e per le presunte intimidazioni ricevute all’alba di oggi da un altro consigliere, che in mattinata non se l’è poi sentita di presentarsi al protocollo del Pincio insieme agli altri 15 colleghi, come previsto dalla legge, per formalizzare lo scioglimento del consiglio comunale.

Questa volta, non si trattava delle ‘‘solite chiacchiere da bar’’. Dopo il consiglio comunale di ieri sera,

gli esponenti dell’opposizione e cinque elementi di maggioranza (si tratterebbe di mezzo gruppo della Lista Saladini, con Di Gennaro e Bergodi, Marsili del gruppo misto, Fiorentini della Margherita e Frascarelli dei Ds) hanno convenuto sulla ‘‘necessità per la città’’, come ha sostenuto più di uno dei partecipanti alla riunione, di mettere fine alla breve esperienza dell’Amministrazione Saladini. Per qualche istante, i potenziali dimissionari sono diventati addirittura 18, con il breve MARIOintervento

di Franco Papa (Margherita), che ha avvertito il segretario del suo partito, Valentino Carluccio, di quanto stava accadendo. Più o meno negli stessi minuti, sms galeotti e telefonate notturne hanno messo in crisi la coscienza dell’unico diessino pronto a mandare a casa Sindaco, Giunta e Consiglio. Frascarelli ha chiesto tempo, ritirando la propria firma e dando appuntamento a tutti di prima mattina sotto palazzo del Pincio. All’alba, poi, quando già qualcuno cominciava a cercare di definire gli scenari possibili del dopo-Saladini, Mario Fiorentini avrebbe ricevuto addirittura una telefonata intimidatoria di un anonimo, con frasi che avrebbero potuto prestarsi anche ad interpretazioni minatorie nei confronti della propria famiglia. Fatto sta che questa mattina alle 8 lo stesso Fiorentini ha chiesto ancora tempo per riflettere, decidendo poi di non entrare a palazzo del Pincio con la propria firma. Nel pomeriggio, a quanto pare, il Sindaco avrebbe tentato di recuperare anche Gianfranco Bergodi, convocandolo al Comune per un chiarimento. Il risultato, comunque, non cambia, con una maggioranza che ormai si è auto-delegittimata ed i cui membri, partire dal capo dell’amministrazione, fino a coloro che comunque hanno firmato un atto tanto impegnativo come le dimissioni per lo scioglimento del consiglio, dovrebbero trarre le debite conclusioni.