di FABIO MARUCCI
«La vicenda delle elezioni per la dirigenza della Margherita rischia di apparire grottesca se non fosse seria e grave». Comincia così il duro intervento dell’ex consigliere comunale del partito di Rutelli, Mauro Guerrini che si definisce “sconcertato” da quelle che definisce le «incursioni da tupamaros che hanno tentato De Paolis e Mariani per impossessarsi dei pacchi contenti le schede elettorali, attualmente custodite dai vigilantes e difese da Aldo Gatti». «Si è trattato – secondo Guerrini – di una prova di forza grave e pericolosa che ci ha dato la misura di come alcuni interpretano la prassi della democrazia. E’ stato – prosegue – nient’altro che l’epilogo di ciò che era apparso già al congresso locale: un regolamento di conti tra due opposte fazioni per la conquista del potere gestionale del partito, giocato unicamente a colpi di tessere. Poco o nulla ha avuto a che fare il congresso come momento di riflessione e di valutazione della politica nazionale e locale della Margherita. Infatti – sottolinea ancora l’ex consigliere – più che modesto è stato il profilo della mozione De Paolis-Mariani. Da loro ci si attendeva un contributo al dibattito di alto spessore, se intendevano ritagliarsi il ruolo di forza nuova all’interno del partito». Secondo Guerrini «la vera novità sono state invece le tessere. Il vero valore discriminante, più che la forza delle idee, il progetto politico da disegnare e perseguire negli anni venturi; tutto il congresso mi è parso ridursi ad un mero esercizio contabile delle tessere. Ancora una volta registriamo la politica allontanarsi dai cittadini e dai loro effettivi bisogni. Gli interessi di potere prevalgono su tutto e su tutti».

